domenica 29 dicembre 2013

Soggetti di diritto

Se è vero che l’approccio socio-giuridico all’animale è sottoposto a profondi cambiamenti che stanno rimuovendo il modello  antropocentrico a favore di un riconoscimento anche del soggetto non umano come individuo dotato di sentimenti ed emozioni, e quindi meritevole di considerazione, è altrettanto vero che il percorso è solo in una fase propedeutica.
Se questa trasformazione inizia ad essere culturalmente avvertita da una parte della società non trova invece riscontro nella pratica reale.
Il diritto, in tema di rispetto e tutela della vita animale, risulta esitante poiché, come afferma Jean-Marie Coulon primo presidente onorario della Corte d’Appello di Parigi, la legge consente di accordare all’animale solo ciò che non interferisce con usi, bisogni e profitti dell’uomo.
Il mancato riconoscimento dei diritti animali e l’assenza di condanna delle pratiche violente a cui il gruppo umano sottopone gli animali attraverso lo sfruttamento e l’allevamento intensivo, la sperimentazione in laboratorio, la caccia e i traffici di vario genere è dovuta al fatto che questo limiterebbe la discrezionalità dell’azione umana.
Ed anche se non si può dubitare della conoscenza animale di piacere, sofferenza o dolore, è questo il motivo per il quale la ricerca empirica fatica a riconoscere agli animali schemi cognitivi ed emozionali e il potere giuridico tarda ad allinearsi con le rilevazioni scientifiche secondo un processo che ha portato l’uomo in passato a negare, attraverso la forma della schiavitù, rispetto e diritti anche ad individui della sua stessa specie.
La riflessione etica risulta quindi decisamente scomoda per il genere umano che si avvantaggia da sempre del mondo animale.
E’ stata accordata compassione, che ha portato all’approvazione di norme giuridiche, agli animali da compagnia, ma non alle altre creature.
Nell’espressione di Jean- Claude Nouet, medico biologo e cofondatore della LFDA, “ L’attenzione etica nei confronti dell’animale è organizzata in circoli concentrici successivi di empatia decrescente, che danno generalmente la priorità al cane e al gatto, passando dai mammiferi agli altri vertebrati, per finire agli invertebrati, generalmente considerati come alimento o minaccia”.

lunedì 23 dicembre 2013

Emozioni o il sentimento animale








Il pensiero pregiudiziale che l’uomo riserva al mondo animale lo spinge a negare evidenze palesi  sulla vita cognitiva ed emotiva delle creature non umane. Gli animali sono considerati esseri troppo semplici, privi di capacità razionali e il cui livello emozionale e conoscitivo è equiparabile tutt’al più alla nostra fase infantile. Incapaci di astrazione e consapevolezza, anche della propria e altrui esistenza, quindi della morte e della lacerante privazione che comporta. Malgrado le osservazioni e le ricerche inducano a speculazioni opposte.
Ma alle inequivocabili manifestazioni delle emozioni e sentimenti animali viene spesso attribuita l’univoca interpretazione dello scopo adattativo.
Ciò nonostante siano state rilevate analogie di geografia cerebrale e risposta neuronale. E che le implicazioni derivanti da queste esperienze comportino che “il cervello che agisce è anche e innanzitutto un cervello che comprende” risultando coinvolti i processi cognitivi e motori poiché sembra che la percezione, la comprensione e l’azione siano raggruppate in un meccanismo unitario.
Infatti i procedimenti che sovrintendono le proprietà specchio necessitano di capacità che rendano possibili linguaggio verbale e non verbale, e il riconoscimento delle emozioni altrui e la loro condivisione.
Gli animali praticano la socialità e stabiliscono rapporti altrettanto importanti di quelli che si creano tra gli esseri umani. E come gli uomini hanno la capacità di avvertire sensazioni come ha evidenziato la risonanza magnetica mostrando l’attivazione della zona cerebrale definita del nucleo caudato che si aziona in associazione a sentimenti di gioia e piacere.
Gli animali sperimentano quindi le emozioni che esprimono con il loro comportamento.
Ma la civiltà umana si basa sul principio che la vita animale valga molto mano della propria. Paradossalmente proprio perché la vita umana fa da sempre riferimento alla funzione animale, il cui brutale sistema di sfruttamento non  vuole abbandonare, rinunciando invece a regole e alla coscienza.









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Uno sviluppo autenticamente sostenibile 

Soggetti di diritto 




Osservazioni, studi e ricerche

http://nelcuore.org/blog-associazioni/item/i-cani.html

Lunedì, 16 Dicembre 2013

LA RICERCA INGLESE: "I CANI CI CAPISCONO MOLTO PIU' DEL PREVISTO"

 

I cani capiscono molto meglio di quanto si pensasse in passato gli umani e possono predire il comportamento umano. Lo dimostra un nuovo studio della Abertay University di Dundee, nel Regno Unito
vedi APPROFONDIMENTI 




di Nicola Ubaldo



Le emozioni dei gorilla   vedi APPROFONDIMENTI 




Corriere della Sera   4 settembre 2008

 di Mangiarotti Alessandra

Gana e gli altri Il «New Tork Times» dopo il caso della gorilla: «Soffrono per la morte dei loro piccoli» Madri e figli Anche i cuccioli provano dolore per la perdita della madre. «Uno l' ha vegliata per giorni»

Gli animali che riconoscono la morte

Gli elefanti si esibiscono in rituali davanti al corpo di un compagno. Api e talpe nude si sbarazzano dei cadaveri   

vedi APPROFONDIMENTI 





12 dicembre 2013

di Jeffrey KLuger


Anche i corvi
piAngono


Si disperano. Restano giorni e settimane accanto al defunto.
E manifestano il lutto.
Inchiesta sui sentimenti degli animali. Come noi

lunedì 9 dicembre 2013

Evergreen

Frequentemente si registra la propensione a far coincidere l’abitazione prefabbricata in legno con quella ecologica, quasi fosse sufficiente tale equazione a definire un fabbricato sostenibile.
In realtà questo edificio, e il relativo sistema costruttivo, è tipico dell’edilizia residenziale americana dove rappresenta un’evoluzione della pionieristica casa in legno nella struttura a ballon frame che con il suo basso costo definisce un modello abitativo economico e di veloce costruzione.
Tale tipologia è invece relativamente avulsa dal contesto edilizio italiano che vanta una differente, e peraltro valida, tradizione costruttiva ed è uso considerare il manufatto architettonico quale bene durevole e non riedificabile dopo un certo intervallo temporale.
Inoltre l’utilizzo del legno, che in Italia non risulta da essenze autonome ma è invece principalmente proveniente da paesi europei, non permette di considerarla quale prodotto realizzato con minimo consumo energetico totale.
Uno dei problemi del settore del legno è quello legato all’uso della formaldeide materiale classificato come cancerogeno.
Le strutture della casa in legno necessitano poi di trattamenti, rivestimenti e verniciature, ignifuganti e intumescenti che sono realizzati per imbibizione delle fibre o per pitturazione con varie sostanze  (acido borico, borato di sodio, silicati di sodio e di potassio, acido fosforico, miculite, gesso)  irritanti o addirittura corrosive.
Le stesse strutture in legno richiedono trattamenti antitarlo per i quali si utilizzano essenzialmente metodi chimici con prodotti derivati dal petrolio, mentre sono raramente effettuati tramite sistemi termici come quello a onde elettromagnetiche ( innocuo, ma la cui efficacia dipende però da spessore e grado di umidità del legno, presenza di parti metalliche come viti, chiodi, staffe, ecc che possono dar luogo a surriscaldamento locale e bruciature), tecnologia combinata (microonde-aria calda), o altri processi (raggi  gamma e X, in lata pressione o sotto vuoto) che non sono ancora riconosciuti poiché in attesa di approvazione.
Occorre poi una particolare cura nell’installazione degli impianti elettrici e di riscaldamento con particolare attenzione ai materiali utilizzati ed alla messa in opera per evitare situazioni pericolose (il surriscaldamento potrebbe determinare un incendio).
Tra i materiali isolanti dei prefabbricati in legno viene ancora utilizzata la lana di roccia, materiale minerale naturale, come del resto l’amianto, ma non per questo definibile come ecologico ( pur non essendo classificato come cancerogeno lo è come irritante).
In queste abitazioni sono spesso utilizzate le vernici fotocatalitiche, presentate come ecoattive, a base di biossido di titanio (TiO2), classificato nella sua versione nano come potenzialmente cancerogeno dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. 
E il costo dell’abitazione in legno risulta pari o superiore a quella in muratura.
Inoltre la casa in legno, proposta nella versione prefabbricata, viene replicata con scarsa attenzione alle possibili declinazioni e all’inserimento territoriale.
L’edificio in legno non è quindi necessariamente sostenibile perché il fatto che un’architettura possa essere definita tale consegue da fattori quali studio della localizzazione geografica e climatica, orientamento, compatezza, materiali utilizzati, loro provenienza e distanza dal luogo di estrazione/produzione/lavorazione al cantiere d’impiego, assenza di nocività di componenti e trattamenti, impatto ambientale dei materiali nel loro ciclo di vita, oltre ai requisiti di comfort, prestazioni energetiche e termiche.
Per oltrepassare le operazioni commerciali e il mito fittizio di un’architettura “evergreen” che propongono, e realizzare edifici “energeticamente consapevoli” la cernita non deve essere univoca, ma la contrario si devono vagliare materiali e sistemi costruttivi, laterizio piuttosto che legno, acciao o calcestruzzo, in relazione al progetto.
La valutazione, e non la sola certificazione, energetica deve considerare parametri quali la climatizzazione estiva e il riscaldamento dell’edificio (poiché in alcune regioni il primo risulta energeticamente più incisivo del secondo) e studiare il progetto architettonico (forma dell’edificio, orientamento, scelta dei materiali, ecc.) per attuare il risparmio energetico.
Oltre ai prodotti certificati”green”, che hanno il vantaggio di promuovere materiali e cicli di produzione ecologici, molti materiali locali, anche privi di certificazione, possono essere considerati sostenibili secondo il principio della filiera corta.
Poiché l’edificio sostenibile non è necessariamente più costoso rispetto a quello tradizionale, se la progettazione mirata in tal senso, inizia dalle prime fasi di studio del fabbricato.
Ne la sostenibilità deve essere un limite alle potenzialità architettoniche, perché una buona architettura possiede entrambi i requisiti in quanto un progetto architettonico qualitativamente valido, mediante l’analisi e l’integrazione di forma e materiali, permette significativi vantaggi economici.

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domenica 1 dicembre 2013

Imparare l'arte dell'empatia e della tolleranza

«Gli animali dimostrano che la tolleranza può essere insegnata, grazie al contatto, alla reciproca conoscenza, e perfino un gatto e un topo possono fare amicizia, se passano abbastanza tempo insieme».
«Farlo è possibile, anzi necessario […] Se ci impegniamo per familiarizzare con tutte le creature viventi, umane e non, vedremo emergere i punti di contatto più che le differenze. E potremo cambiare radicalmente il nostro atteggiamento».
 «Sono incapaci di mostrare emozioni negative come l'odio. Un'esperienza invece esclusivamente umana, che accompagna da sempre la nostra specie, anche se francamente non se ne vede l'utilità
dal punto di vista evolutivo.
Si dice che la differenza tra noi umani e gli altri animali è nella nostra razionalità.
Ma se fosse così, come si spiegherebbero l'invidia e il desiderio di sterminare membri della stessa specie, che invece i "non razionali" animali non provano?».
«I carnivori non odiano le potenziali prede, si limitano a considerarle cibo. Uccidono solo quello che serve loro per sopravvivere»
«Gli animali tendono a lasciare in pace le altre specie, e nel loro mondo c'è una sorta di razionalità che dovremmo imparare a comprendere e imitare.
 Non è forse vero che le violenze su umani che percepiamo come lontani, molto diversi tra noi - come ad esempio i civili iracheni - ci colpiscono davvero poco?
Insomma dagli animali dobbiamo imparare anche l'arte dell'empatia ».
«Molte delle scelte che definiamo morali nascono dalla volontà di dare agli altri una certa immagine di noi. E vari esperimenti mostrano che quando sono certi di avere una totale impunità, gli umani possono commettere azioni orribili. Animali sociali come i cani, abituati a vivere in branco, sono contenti se fanno qualcosa che fa piacere agli umani con cui convivono».
«Ho provato disgusto, per l'ipocrisia, la corruzione che ho trovato negli ambienti che frequentavo.
Così ho cominciato a occuparmi di animali, affascinato dalla loro schiettezza.
Non possiedono nulla e non ne sentono il bisogno.
E anche in questo possono insegnarci molto.
Mio figlio, 11 anni, mi ha chiesto in regalo un'automobile elettrica per il suo compleanno, un animale avrebbe trovato più che soddisfacente fare una passeggiata nel bosco con me.
Perché un essere umano non può fare lo stesso?».
«[…] è importante che la socializzazione cominci prima che si instaurino pregiudizi sociali. Prima che qualcuno ti dica con chi non devi giocare, o quale animale non devi toccare».
«Ci sono conferme del fatto che gli animali siano molto più simili a noi di quanto pensassimo, e questo comincia a farci riflettere».
«Riconoscere che sono individui con i loro diritti. Intendo tutti gli animali, non solo quelli più vicini a noi come i grandi primati. Dopo tutto, noi umani non siamo così fantastici».