venerdì 3 gennaio 2014

Il rapporto con gli animali


Il rapporto con un animale è complesso come sono le relazioni tra gli esseri viventi. E può divenire un legame profondo che si accentua nel tempo e mediante il quale si perviene ad una sintonia intensa che solo un intendimento forte permette.
Ed è probabilmente vero che il cervello non pone distinzioni per quanto riguarda l’oggetto del nostro amore, ma riconosce solo il rapporto di vincolo.
William Jordan, biologo e scrittore, descrive mirabilmente nel libro “Un gatto di nome Darwin” il processo che sovrintende la relazione.
“ La comunione con un gatto ha bisogno di tempo per maturare, ed è irreversibile. Chi la raggiunge ne è cambiato per sempre e non può tornare sui suoi passi, perché la mente, l’anima, persino il “terzo occhio” sono prodotti della sostanza materiale del cervello, e quella sostanza è stata modificata. Il cervello registra ininterrottamente le nostre esperienze, in una modalità continua che è fondamentale per il nostro funzionamento cosciente.”
L’empatia, il meccanismo grazie al quale stabiliamo rapporti importanti, agisce secondo regole che possono oltrepassare la specie. Il legame, come qualunque altra esperienza, trasforma il cervello mediante le nuove connessioni che si stabiliscono tra i neuroni, la creazione di nuovi neuroni e nuove connessioni sinaptiche.
“In fatto coloro che abbiamo amato continuano a vivere nelle sinapsi e nelle molecole della nostra memoria, e finchè noi esistiamo esistono anch’essi, in quanto parte del nostro cervello.
E’ questo che succede quando chiunque ama chiunque altro o qualsiasi cosa. Ai neuroni che se ne stanno nelle profondità del cervello non importa se abbiamo amato un uomo o un animale. Il meccanismo è lo stesso.”


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