sabato 7 novembre 2015

Animali in guerra : la cultura della ferocia e i suoi addestramenti


E’ infinito l’elenco delle guerre conflitti che hanno visto l’impiego degli animali ignare vittime dell’irrazionalità umana. Forse il primo condottiero ad utilizzare animali in battaglia è stato Annibale e da allora questa ennesima forma di sfruttamento non si è più arrestata. Cavalli, cani, gatti, piccioni, polli, ai quali si sono via via aggiunti falchi, delfini, otarie, orche ecc. tte ad associare l’odore dell’esplosivo a quello del polline.
I cani sono ancora oggi usati per la rilevazione delle mine antiuomo ed anticarro ( funzione a cui sono addestrati i Mine Detection Dog ). Nell’attività di sminamento si sono aggiunti i criceti del Gambia addestrati per il loro olfatto finissimo a scovare gli ordigni facendogli associare l’odore dei cibi preferiti,  noccioline e banane,  e le api indotte ad associare l’odore dell’esplosivo a quello del polline.
In un prossimo futuro le operazioni di rilevazione di mine prevedono l’uso di roborat, un topo radiocomandato “realizzato” da ricercatori statunitensi. Il controllo di questo topo è effettuato con l’impianto di elettrodi nel cervello che lo rende telecomandabile ed incapace di opposizione ai comandi ricevuti.
Ma purtroppo gli animali sono sempre più frequentemente utilizzati anche in attività di spionaggio come negli ultimi anni i falchi usati dal Pakistan per carpire informazioni all’India. L’ex Unione Sovietica ha utilizzato leoni marini, foche, delfini e beluga ( “Palla di neve”  divenne famoso nel 1994 per un film ispirato alla sua vicenda), imitata dall’Ucraina che nel 2012 è tornata ad addestrare i cetacei per individuare sub o mine sottomarine. 
Ma frequentemente delfini, foche, beluga e leoni marini sono “immolati” in vere e proprie azioni belliche istruiti a trasportare inconsapevolmente e loro malgrado micidiali cariche di esplosivo trasformandosi di fatto in  bombe  vaganti.
Gli Stati Uniti nel corso della prima guerra del Golfo ripresero dalla guerra del Vietnam  l’impiego  dei delfini kamikaze indirizzati ad impattare contro le forze nemiche con ordigni montati sul muso.
Ancora Israele addestra questi cetacei per svolgere azioni di spionaggio, come denunciato da Hamas che nell’agosto scorso ha catturato, nelle acque antistanti la Striscia di Gaza,  un delfino attrezzato con telecamere ed apparecchiature.E questa è stata l’ultima denuncia sull’uso degli animali per operazioni simili da parte dello Stato ebraico che in passato pare abbia fatto ricorso a volatili muniti di strumentazioni per la trasmissione di immagini.
Mentre i Palestinesi, durante l’Intifada, hanno invece impiegato asini con un carico di esplosivo come bombe ai posti di blocco. 
Ma la stessa Marina Militare statunitense  potrebbe contare, secondo indicazioni informazioni non confermate, di una squadra di 85 delfini esercitati addestrati. Delfini mantenuti costantemente affamati per poterli controllati grazie alla fame ( la sazietà li rende restii a rispondere agli ordini impartiti) mediante un dispositivo, velcro avvolto attorno al muso, che impedendo l’apertura della bocca non gli permette di sfamarsi. Questa pratica sacrifica anche i cetacei selvatici poiché i militari, nell’impossibilità di riconoscere i delfini usati dal nemico, ammazzano tutti quelli che incrociano. 
E ancora cani che dopo essere stati in guerra al seguito con le truppe americane morti nelle guerre del Vietnam e del Golfo o abbandonati sul posto alla fine del conflitto. Piccioni immolati, in virtù del loro sensibilissimo apparato respiratorio,  per la preventiva valutazione della presenza di componenti chimici pericolosi  nonostante gli attuali sensori di nuova tecnologia siano in grado di individuare agenti nocivi ad una distanza di sicurezza ( oltre 3 miglia)
Animali utilizzati per sperimentazioni belliche militari. 
Creature torturate per anni con sofferenze terribili per testare vaccini e sostanze anti-avvelenamento chimico e biologico somministrate ai militari presenti nella prima Guerra del Golfo, sostanze dichiarate sicure e che si sono in seguito rilevate tossiche e pericolose per gli esseri umani.
Animali usati per testare gli effetti della bomba atomica (nel 1946 vicino all’atollo di bikini dove furono sacrificati 4.000 esemplari di capre e pecore, denominando l’operazione Arca Atomica’6) o all’antrace ( nel 1942 l’isola di Gruinard, Scozia nord occidentale, fu sede di esperimenti con bombe ordigni batteriologici eseguiti su pecore ). 
Nel Regno Unito, a Portn Down, dal 1016 è ubicata la maggiore struttura di ricerca sulle armi batteriologiche e chimiche, sui loro effetti e su possibili antidoti. Centro dove si usa la sperimentazione animale causando sofferenze atroci sebbene il modello animale si riveli spesso fallace perchè gli organismi di animali umani e non umani sono troppo differenti.
Test per verificare armi ed ordigni devastanti, ma anche per replicare ferite umane infierendo con armi da fuoco su  cani, gatti e primati effettuati negli Stati Uniti fino al 1983 quando il governo Usa,  in seguito alla denuncia della PETA,  vietò tali prove esperimentali su questi animali. Purtroppo il divieto non esclude maiali, pecore e capre che continuano ad essere vittime di violenze e sperimentazioni.
E sempre negli USA una nuova inchiesta della PETA ha rivelato i metodi utilizzati per la formazione degli operatori sanitari nel campo della medicina operativa.
L’indagine della PETA riguarda i corsi di addestramento realizzati dalla  Deployment Medicine International (DMI).,  una società  che si occupa della formazione di personale medico in missioni di guerra ( forze militari degli Stati Uniti, forze dell’ordine, Dipartimento della Difesa, Dipartimento per la Sicurezza Nazionale. Agenzie federali, aziende multinazionali, organizzazioni non governative, ecc. ).
DMI istruisce le forze militari degli USA  mediante con corsi durante i quali gli animali, soprattutto maiali, sono le vittime sacrificali delle esercitazioni che risultano veramente impressionanti per la crudeltà inaudita delle sevizie imposte a queste creature. 
DMI, solo negli ultimi anni, ha stipulato oltre 200 contratti di formazione federale per un compenso totale di quasi 10 milioni di dollari durante i quali ha torturato, mutilato e ucciso più di 14.000 maiali.
Durante questi allenamenti i maiali sono ripetutamente pugnalati e mutilati negli inseguimenti nella boscaglia subiscono abusi e vengono mutilati senza essere adeguatamente anestetizzati e mentre sono  ancora coscienti.
Recentemente il Consiglio di Medicina Virginia ha sospeso la licenza medica al presidente di DMI, John Hagmann, un ex direttore medico del Federal Bureau of Hostage Rescue  Team,  in seguito ad abusi su esseri umani e violazione di norme durante altri  corsi definendo la sua condotta pericolosa per la salute e sicurezza pubblica. A dimostrazione che l’indifferenza verso la sofferenza dell’altro è sempre sintomatica di una carenza di equilibrio psichico se non di reale patologia mentale.
Le stesse autorità militari convengono sull’assenza di motivazione dell’utilizzo degli animali in tali esercitazioni dal momento che vi è la disponibilità di altri e più efficaci sistemi di simulazione per la formazione del personale militare e quindi a DMI  è stato negata la conduzione di laboratori di animali esercitazioni con animali per l’esercito americano stanziato in Germania.
In realtà l’efferatezza di queste azioni è forse funzionale allo sviluppo di quell’indifferenza emotiva che si realizza proprio attraverso l’escalation di violenza, attuata prima sugli animali e successivamente sul genere umano, che concorre alla concretizzazione di quella cultura della crudeltà in grado di trasformare esseri viventi in macchine da guerra.


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