venerdì 30 settembre 2016

Studi europei ed americano confermano il ruolo protettivo dall’asma svolto dalla presenza degli di animali

L’ “ipotesi igienica “ sembra trovare sempre maggiori conferme dalle indagini svolte in relazione alle patologie respiratorie.
Secondo questa teoria le malattie atopiche, ossia di origine allergica, sarebbero influenzate anche dalle condizioni ambientali tra cui l’esposizione ad agenti patogeni ed allergeni comuni.
Esposizione che, se attuata fin dalla prima infanzia, contribuirebbe ad aumentare le difese immunitarie dell’organismo esercitandolo a riconoscere tali sostanze ed a reagire in modo adeguato. Viceversa una bassa esposizione ad agenti biologici e parassiti nei primi anni di vita non aiuta a rafforzare il sistema immunitario poiché non lo abitua ad individuare le reali minacce, ma lo spinge a reagire con la risposta esagerata ( lo sviluppo di anticorpi specifici) del soggetto allergico ogni qual volta viene a contatto con uno di questi agenti. Anche nel caso di elementi che non richiedono una reazione del sistema immunitario come la polvere, gli alimenti, i pollini o il pelo del gatto. Incrementando così la possibilità di sviluppare forme allergiche.
La presenza di animali domestici, rendendo l’ambiente meno asettico, giocherebbe un ruolo fondamentale nell’immunizzare gli individui dalla tenera età.
E’ quanto emerso da uno studio tedesco effettuato nel 2014 dai medici dell’Hemholtz Zentrum-Munchen Research Center su più di 2.500 bambini di età inferiore ai 10 anni e da una ricerca svedese guidata dall’epidemiologa Towe Fall dell’Università di Uppsala compiuta nel 2015 su 650.000 piccoli ( e pubblicata su Jama Pediatrics ).
Entrambe le analisi sono giunte alla stessa conclusione : gli animali rafforzano il sistema immunitario svolgendo una funzione protettiva per le malattie dell’apparato respiratorio e dall’asma in particolare.
Medesima deduzione anche dai risultati ottenuti da un gruppo di ricercatori di Chicago che hanno confrontato sangue e sistema immunitario di 60 bambini di età compresa tra i 7 e 14 anni, metà della comunità amish ( dove i casi di asma sono rarissimi) e gli altri 30 di quella hutterita ( che mostra una casistica di affezioni asmatiche nella norma ).
Le due comunità presentano caratteristiche analoghe per origini ( germaniche ), autosufficienza, struttura organizzativa in fattorie e refrattarietà alla contaminazione dello sviluppo tecnologico.
Ma con una differenza importante : gli amish vivono in fattorie di piccole dimensioni a stretto contatto con le stalle mentre l’organizzazione degli hutteriti prevede grandi fattorie con abitazioni ben separate dagli ambienti di ricovero degli animali.
Infatti il pulviscolo, l’insieme di finissime particelle in sospensione nell’aria, delle dimore amish contiene una percentuale di endotossine, componenti particolarmente insidiose dei batteri, 6 volte maggiore di quello delle case degli hutteriti. 
E proprio la presenza delle endotossine svolge il ruolo di protezione dalla affezione asmatica. 

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