venerdì 4 novembre 2016

L’industria dei levrieri da corsa

Sebbene le corse dei levrieri e tutta l’industria del greyhound racing versi in una crisi profonda ed irreversibile in molti dei Paesi in cui è ancora praticata, l’Australia ha deciso per la prosecuzione di questo “spettacolo”.
L’ottobre scorso è infatti stato revocato il divieto alle corse dei levrieri, previsto dal luglio 2017, nel Nuovo Galles del Sud ( Stato di Sydney) e nella circoscrizione di Camberra, disposizione che era stata annunciata solo due mesi prima, a luglio 2016.
L’abrogazione del provvedimento ha di fatto sancito la persistenza della situazione attuale limitandosi ad introdurre solo un mero ampliamento delle misure atte a ridurre il rischio di maltrattamenti sugli animali.
La decisione di porre fine alle corse era stata influenzata dalla divulgazione del rapporto di una apposita commissione d’inchiesta parlamentare che evidenziava l’incapacità di cambiamento del settore del greyhound racing del quale rivelava la partecipazione e connivenza nell’uccisione di migliaia di cani sani ogni anno e nell’utilizzo di pratiche vietate quali l’uso di esche vive ( gatti, opossum, conigli, porcellini legati a supporti meccanici ) negli allenamenti clandestini (prassi comprovata da filmati realizzati segretamente e trasmessa da un programma della televisione nazionale Abc). L’inchiesta denunciava, oltre alle ferite e traumi riportati durante le competizioni, una percentuale di levrieri soppressi, perché giudicati agonisticamente non concorrenziali, compresa tra il 50-70 % dei cani da corsa corrispondente a 48.000 - 68.000 esemplari negli ultimi 12 anni.
Il sistema dei greyhound racing è infatti una vera e propria industria in grado di generare affari da milioni di euro.
E se in molti dei Paesi dove è in vigore risulta in perdita ( il crollo del comparto è determinato da una serie di concause : dalla crisi economica alle campagne di sensibilizzazione delle organizzazioni animaliste, alla preferenza accordata ad altre forme di scommesse) in altri Stati continua a muovere grandi flussi di denaro.
Così a fronte della crisi negli Stati Uniti ove le corse di cani sono rimaste in 7 Stati ( Alabama, Arkansas, Arizona, Florida, Iowa, Texas, West Virginia) o dell’Italia che ha vietato le corse dal 2002, l’industria dei levrieri da corsa annovera anche Paesi in cui continua a muovere grandi flussi di denaro e nei quali ha forti organizzazioni ( Igb in Irlanda e Gbgb in Gran Bretagna ) ricevendo indirettamente anche fondi europei ( come in Irlanda dove è ascritta inclusa compresa inserita nel dipartimento dell’Agricoltura con i greyhound annoverati considerati come “beni agricoli” ).
E’ questo infatti un sistema nel quale gli animali sono considerati esclusivamente race machine. Levrieri la cui vita è di breve durata, segnata da sofferenze e privazioni e termina comunque con la soppressione.
L’esistenza di questi cani, oggetto di intenso sfruttamento, inizia con la durissima selezione volta ad individuare solo i pochi esemplari in grado di reggere gli estenuanti ritmi degli addestramenti e delle gare ( gli altri cuccioli sono scartati ed hanno sorte segnata).
Prosegue con allenamenti particolarmente impegnativi per allevare e realizzare una perfetta “macchina da corsa”.
Infatti la fase dell’addestramento, che comincia circa all’età di un anno, non contempla gioco o socializzazione ne libertà alcuna, ma esclusivamente la competizione della corsa in pista, il passo al guinzaglio, il viaggio chiusi nei kennel, la manipolazione umana, l’imposizione della museruola che portano quasi costantemente per impedire la perdita della concentrazione. E in alcuni casi la pratica illegale dell’allenamento con prede vive per accentuare la velocità nella corsa.
Trascorrendo il tempo non impiegato negli allenamenti o gare segregati in box di anguste dimensioni senza possibilità alcuna di sviluppare un’adeguata vita di relazione con pari o esseri umani come si converrebbe ad un animale sociale.
Mentre lo stress da sforzo a cui sono sottoposte struttura scheletrica e muscolare provoca danni al fisico dell’animale con lesioni ai muscoli e non ( soprattutto ai muscoli Gracilis delle zampe posteriori, delle spalle, muscoli dell’anca ).
Infortuni a carpi, gomiti, e danneggiamenti ai legamenti relativi, parti soggette a lavoroo eccessivo, che nel tempo provoca causa problemi alle cartilagine con patologie degenerative delle articolazioni.
Oltre alle affezioni e problematiche correlate all’attività agonistica urti, cadute, acidosi da sforzo eccessivo o da stress o l’ipertemia ( racing thirst ) che causa crampi e fortissimi dolori.
I cani sono frequentemente soggetti a zoppie causate dallo sforzo a cui è sottoposta la muscolatura o dalle cadute durante le competizioni.
Le corse presentano infatti il costante rischio di ferirsi e riportare fratture agli arti per le rovinose cadute che avvengono a velocità sostenute dal momento che i levrieri possono raggiungere i 60 km orari.
Si stima che circa un terzo dei levrieri che gareggiano venga soppresso in conseguenza degli incidenti dei gravissimi infortuni ( traumi al cranio, fratture agli arti, paralisi ) avvenuti durante addestramenti e gare.
Inoltre molti cani sono sottoposti alla pratica del doping per aumentarne le prestazioni agonistiche.
Dopo i 3 / 4 anni i levrieri non sono più idonei alle corse perché la combinazione di l’età, lesioni e stress li rende più lenti impedendogli di raggiungere velocità competitive. Anche in questo caso sono scartati e soppressi.
La loro esistenza termina, nel caso migliore, con un’iniezione letale, ma molto più frequentemente uccisi con metodi crudeli, mutilati ed abbandonati, lasciati morire d’inedia, ceduti per la sperimentazione ( come dimostra il recente caso dei 12 levrieri uccisi, rianimati e ancora soppressi in un esperimento condotto presso l’Università Monash di Melbourne in Australia ), o come carne per i ristoranti cinesi, venduti ai cinodromi asiatici o del Marocco dove finiscono l’esistenza in condizioni terribili.
Risulta quindi veramente degna di merito l’attività delle numerose associazioni che operano per la messa al bando globale delle corse dei levrieri e per l’adozione dei cani scartati dall’industria del greyhound racing. Adozioni che sono purtroppo di numero esiguo mentre le uccisioni sono numerosissime ed indicano una vera strage ( dai 12.000 ai 20.000 levrieri all’anno).

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