domenica 25 maggio 2014

L’inquinamento da azoto


Un’altra forma di inquinamento ambientale è quella dovuta all’azoto.
Viene immesso nell’ambiente dai fertilizzanti azotati, ma anche dai  processi di combustione ( uso di gas naturale o carbone o olio combustibile nelle centrali per la produzione di energia elettrica, di benzina e gasolio per automobili o aerei, di gas naturale o kerosene per il riscaldamento ) che implicano l’emissione diretta di ossidi di azoto oltre che di ossidi di zolfo e monossido di carbonio. 
L’inquinamento da azoto è scarsamente riconosciuto in quanto sostanza invisibile mentre sono  palesemente evidenti i risultati della sua contaminazione nell’aria, nell’acqua e nel terreno dal momento che il livello di azoto presente nell’ambiente è raddoppiato nel corso del secolo passato in tutto il pianeta.
L’attività umana ha cambiato il ciclo naturale dell’azoto con un rilevante incremento delle quantità entità di questo elemento immesse nell’ambiente.
Questo enorme aumento è imputabile all’invenzione e alla diffusione dei fertilizzanti sintetici che hanno accresciuto la produzione agricola, ma hanno anche comportato notevoli e gravi implicazioni.
Particolare allarme suscita l’azoto “reattivo” derivato dalla trasformazione dell’azoto presente in natura  (che è inerte e che non può essere utilizzato come nutriente dalle piante)  in ammoniaca, il principio attivo dei fertilizzanti sintetici.
L’azoto reattivo risulta uno dei fattori responsabili dell’inquinamento dell’ecosistema ed ha conseguenze sulla salute umana ed animale.
E' urgente ed indispensabile quindi ricorrere all'impiego di pratiche ambientali che riducano i livelli di azoto e i relativi effetti impattanti sull'ambiente.



http://www.nelcuore.org/blog-associazioni/item/l-inquinamento-pericoloso-da-azoto-nel-mondo-potrebbe-essere-dimezzato.html

FERTILIZZANTE E PERICOLOSO: COME RIDURRE L’INQUINAMENTO DA AZOTO


Mercoledì, 14 Maggio 2014

Studio: se non si interviene, può crescere del 20%

 Il fertilizzante più importante per la produzione di cibo è, allo stesso tempo,  una delle sostanze più pericolose per la salute umana, l’azoto. I composti chimici conteneti azoto reattivo sono i principali fattori di inquinamento dell’aria e dell’acqua in tutto il mondo, e quindi di malattie come l’asma o il cancro. Se non si interviene, l’inquinamento da azoto potrebbe aumentare del 20 per cento entro il 2050 in uno scenario di medio-periodo, secondo uno studio pubblicato dagli scienziati dell’Istituto di Postdam per  la ricerca sull’impatto climatico rivelato da phys.org. vedi APPROFONDIMENTI  


Post Argomenti correlati Ecosostenibilità ed ambiente :

Uno sviluppo autenticamente sostenibile 

La responsabilità della bellezza 

Coniugare architettura ed ecologia 

Bioarchitettura e non 

Un consumo più consapevole 





sabato 17 maggio 2014

Greenwashing

Negli ultimi anni alcuni nuovi materiali sono stati presentati come prodotti in grado di trasformare disgregare gli agenti inquinanti e di agire quindi efficacemente nella lotta all’inquinamento atmosferico.
Calcestruzzi, pavimentazioni e intonaci sono propagandati come elementi antismog che associano alle caratteristiche di resistenza e durabilità l’attenzione per l’ambiente.
Nella preparazione di questi prodotti rientra sempre il biossido o diossido di titanio (TiO2) , un materiale semiconduttore fotocatalitico ottenuto per sintesi dal minerale ilmenite,  utilizzato con sempre maggior  frequenza soprattutto nella forma nanoparticellare ( il termine nanoparticella individua particelle con almeno una dimensione inferiore ai 100nm che possono presentare proprietà fisiche e chimiche diverse rispetto allo stesso materiale in forma non nanoparticellare).
L’impiego di biossido di titanio risulta conveniente nelle lavorazioni e nei prodotti che necessitano di elevata opacità, bianchezza, resistenza alla corrosione e che richiedono attività fotocatalitica. Oltre che in prodotti alimentari, creme solari  è appunto usato come pigmento bianco in vernici, inchiostri, plastiche, carta, e come catalizzatore capace di degradare, per ossidazione, numerosi composti organici ed inorganici.
Ma l’uso crescente del biossido di titanio, presente in prodotti di grande consumo e in materiali edili utilizzati su larga scala,  determina la sua massiccia introduzione nell’ambiente (aria , acqua e corpi idrici). Infatti  per effetto dell’azione di dilavamento esercitata dalla pioggia confluisce nei corsi d’acqua, penetra nel sottosuolo e nelle falde freatiche.
Gli studi e le informazioni disponibili sulla tossicità ed ecotossicità del biossido di titanio, e delle nanoparticelle, sono ancora frammentari e insufficienti, ma lo IARC ( Centro nazionale della ricerca contro il cancro)  lo ha classificato come sostanza potenzialmente cancerogena (categoria 2B).
Le nanoparticelle possono essere pericolose proprio per la loro infinitesima dimensione e per la conseguente facilità ad essere inalate durante la respirazione.
Ciò si è reso palese in seguito allo sviluppo delle nanopatologie, malattie causate dall’esposizione e successiva permanenza dell’organismo (umano ed animale) di particelle inorganiche così piccole da non poter essere rimosse dall’organismo e potenzialmente in grado di innescare processi flogistici che possono tradursi in neoplasie.
Alcuni ricercatori osservano che le nanoparticelle di certi metalli pesanti potrebbero essere considerate l’amianto del futuro poiché alcune di loro riuscirebbero ad entrare nel nucleo delle cellule e, influendo sul DNA,  a provocare mutazioni genetiche.
Diviene essenziale realizzare un sistema di controllo. Poiché se è certamente plausibile che qualunque processo innovativo comporti delle incognite è altrettanto vero che prima di utilizzare nuove nanoparticelle, e nuovi materiali o prodotti in generale, sarebbe necessaria un’attendibile valutazione scientifica dei rischi al fine di determinare le pericolosità tossicologiche per esseri viventi ed ambiente che potrebbero derivare dal loro uso.
In caso contrario si ricade nel fenomeno “greenwashing” per cui la visione ambientalista risulta una mera strategia commerciale e non trova alcuna corrispondenza reale nei materiali e prodotti proposti.

Post Argomenti correlati Ecosostenibilità ed ambiente :

Uno sviluppo autenticamente sostenibile 

La responsabilità della bellezza 

Coniugare architettura ed ecologia 

Bioarchitettura e non

Evergreen 



lunedì 5 maggio 2014

Un esempio positivo : la forza del gruppo

Il caso del quartiere di Torino non è solo un esempio di civiltà e tolleranza, ma è anche la dimostrazione di come la collaborazione possa rappresentare il punto di forza in ragione del quale un gruppo riesce ad  operare con vantaggi umani e animali e in ultima analisi della collettività. L’idea è semplice ed efficace : si aiutano creature ed individui in difficoltà e si evitano sprechi con la distribuzione del cibo non consumato.
Un’iniziativa analoga era stata avviata a Milano.


http://www.nelcuore.org/blog-associazioni/item/torino-un.html

TORINO, QUARTIERE AIUTA I RANDAGI : “LAVORO DI SQUADRA PER SFAMARLI”


Mercoledì 30 aprile 2014   

Corso Regio Parco, residenti e negozianti insieme

A Torino c’è un quartiere che ha deciso di prendersi cura dei cani randagi e dei gatti delle colonie feline. In corso Regio Parco – scrive “La Stampa” – l’impegno è un lavoro di squadra. Protagonisti sono i negozianti che lavorano alle spalle di piazza Sofia. Il macellaio, per esempio, ogni settimana raccoglie i “ritagli” delle bistecche e il bar fa lo steso con i resti dei pranzi. Si comportano allo stesso modo anche i ristoranti e la locanda della zona: ogni due o tre giorni prendono il cibo rimasto e lo portano nel “centro raccolta”, nella tipografia all’angolo. Vedi APPROFONDIMENTI






La Zampa

05/03/2014

Nasce a Milano “Balzoo” , il primo Banco Alimentare per cani e gatti


E’ un’iniziativa che parte dal capoluogo lombardo e che mira a estendersi in tutta Italia stringendo una collaborazione con i City Angels. vedi APPROFONDIMENTI