Ancora
il lupo sotto tiro. Simbolo di libertà e forza, animale selvatico
per eccellenza, antitesi del domestico ed ammaestrato umano.
Un'altra
azione esecrabile, frutto probabilmente di un organo cerebrale
sommariamente sviluppato di un individuo non propriamente equilibrato
e consapevole, ma e forse proprio per questo, in grado di compiere
crimini efferati.
Ai
danni di un animale "colpevole" di sfamarsi e di avere
un'esistenza non assoggettata alle leggi umane.
Un
messaggio primitivo verso fauna selvatica ed istituzioni.
Ma
il macabro rinvenimento ritrovamento, ad opera di un passante, della
testa di un giovane lupo messa bene in
vista su un cartello stradale lungo la
provinciale 1 tra Lanzo e Germagnano, in provincia di Torino, è sola
l'ultima della serie di atti di bracconaggio ed esposizione di
ferali "trofei"
ai danni di questo
animale.
Ennesimo
episodio che evidenzia la necessità e
l'urgenza,
da parte della Conferenza Stato-Regioni, dell'approvazione
del Piano di Conservazione e Gestione del lupo in Italia per
trovare soluzioni
incruente alla connivenza con i
selvatici ed
introdurre
significative misure contro il bracconaggio.
Ma
altrettanto indispensabile ed inderogabile è
l'individuazione e la condanna dei
responsabili di questi reati. La cui mancata punizione si
configura di fatto come tacita legittimazione che
lascia campo libero
ai macabri messaggi intimidatori.
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