Quella relativa
alla sterilizzazione è una pratica molto diffusa.
Non sempre necessaria e
soprattutto non priva di rischi anche di notevole entità.
Contrariamente a quanto divulgato la sterilizzazione
non è affatto esente da pericoli, ma è un intervento a tutti gli effetti e
come tale va considerata. Inoltre questa operazione, soprattutto per gli
individui di genere femminile, risulta decisamente invasiva.
Deve essere quindi attentamente valutata per quanto
concerne rischi e benefici.
Le informazioni disponibili spesso non fanno riferimento
alle problematiche connesse all’intervento : frequentemente non sono
infatti segnalati gli effetti e le insidie maggiori per la salute
dell’animale, ma eventualmente solo quelli minori.
Invece la sterilizzazione comporta rischi inerenti alla
chirurgia, rischi anestesiologici (reazioni avverse alle anestesie)
o correlati all’eventualità di complicanze nella fase post operatoria
(emorragie, infiammazioni, infezioni, ascessi, lacerazioni della ferita
chirurgica, masticazione dei punti di sutura.) che possono determinare gravi
ripercussioni, non sempre rimediabili, per la salute dell’animale
provocandogli dolore e sofferenza.
E i problemi attinenti all’intervento possono derivare
anche dalla trascuranza degli indispensabili esami preventivi o dall’assenza
di medici anestesisti, necessari come avviene per gli esseri umani, esperti
con competenze specifiche in grado di agire con le modalità più idonee,
riconoscere ed intervenire adeguatamente nelle situazioni impreviste e nelle
emergenze.
Poiché anche la manovra di intubazione se non
viene eseguita appropriatamente, con abilità e delicatezza, può
provocare traumi e lesioni alla trachea con successivo sviluppo di
laringiti e tracheiti.
Ma estremamente deleterie risultano pure l’insufficienza
nell’igiene o la negligenza nelle procedure per la disinfezione e la
sterilizzazione della strumentazione chirurgica, la superficialità nel
seguire il decorso post operatorio che può comportare la mancata
individuazione di patologie correlate o
il verificarsi di gravi complicazioni.
In assenza di una specifica letteratura medica
veterinaria, alcuni studi effettuati circa le complicanze associate alla
sterilizzazione indicano percentuali piuttosto elevate con un significativo
tasso di patologie a carico delle vie respiratorie e del cavo orale.
La scelta del veterinario o della struttura a cui
rivolgersi riveste quindi una grande importanza.
Per i motivi esposti a fronte dei benefici è necessario
valutare gli effetti negativi della sterilizzazione sulla salute.
Che presenta i vantaggi inerenti alla rimozione e
dei comportamenti tipici del periodo di estro, evita gravidanze indesiderate e
permette il controllo dei concepimenti, scongiura i problemi legati al parto,
l’insorgere di patologie riguardanti ovaie ed utero, evita l’insorgere di
endometrite e piometra e di sviluppare tumori alle mammelle.
Inoltre comporta una riduzione dell’aggressività
intraspecifica e del rischio di contrarre malattie infettive riducendo le
probabilità, in particolare per gli individui di genere maschile, di incorrere
in incidenti stradali durante la ricerca di partner, di ferirsi durante la
contesa per la compagna o di accoppiarsi con animali portatori o malati. Svolge
un’azione essenziale contro il vagabondaggio e il fenomeno dell’abbandono.
Mentre per quanto riguarda i pericoli collegati
alla sterilizzazione occorre considerare le incognite che l’intervento
comporta, la sua irreversibilità, il fatto che le modificazioni
ormonali implicano un depauperamento del sistema immunitario (gli
ormoni svolgono negli animali una funzione protettiva assimilabile a quella
esercitata nel genere umano e la loro perdita provoca conseguentemente un
abbassamento delle difese contro le infezioni ) che li espone ad un maggior
rischio di sviluppare patologie tumorali. Inoltre le modifiche
comportamentali, con l’alterazione delle caratteristiche e dei caratteri
propri dell’animale, renderà il suo temperamento più tranquillo, privandolo
però contemporaneamente di alcune delle peculiarità fondamentali e proprie
della specie.
L’aumento dell’appetito e la riduzione dell’attività
motoria possono causare soprappeso o addirittura obesità con i
relativi rischi per la salute.
La prassi di sterilizzare, soprattutto i gatti, in
età precoce e quindi anteriormente all’ultimazione dello sviluppo
psicofisico può impedire la naturale maturazione dell’animale e determinare
incontinenza nel cane ( poiché non si è permesso all’animale di raggiungere
il controllo della vescica).
Nel cane poi aumentano le probabilità di
sviluppare osteosarcoma (se effettuata prima dell’anno di età), angiosarcoma
cardiaco, cancro alla prostata, tumori al tratto urinario, ipotiroidismo,
oltre all’incremento di decadimento cognitivo geriatrico, di obesità
e di reazioni avverse alle vaccinazioni.
Poiché in alcuni casi le problematiche
connesse alla sterilizzazione possono rivelarsi superiori rispetto ai benefici
per il benessere degli animali occorre valutare l’effettiva necessità
dell’intervento di sterilizzazione per evitare di sottoporre l’animale
ad operazioni superflue o addirittura nocive dannose.
Rischi e vantaggi nel lungo periodo possono mutare
sensibilmente per ogni soggetto ed essere fortemente influenzati da specie, razza, sesso, età e condizioni di
salute.
E nel caso in cui si opti per la sterilizzazione è
fondamentale valutare accuratamente l’ambulatorio o la clinica/ospedale
veterinario cui rivolgersi. Qualunque sia la struttura è opportuno che sia adeguatamente attrezzata
con personale medico in grado di provvedere alle fasi preparatorie, di gestire
la somministrazione dell’anestesia e preparato ad affrontare eventuali
imprevisti. In particolare per le razze brachicefale o per gli animali che
presentano problematiche respiratorie o cardiache.
E’ poi indispensabile monitorare accuratamente l’animale nelle fasi di
convalescenza post operatorie per riconoscere l’insorgere di complicanze
ed agire tempestivamente. Perché spesso la tempistica d’intervento fa la differenza e determina una rapida
guarigione, un esito infausto o una
dannosa cronicizzazione.
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