La
coesistenza del lupo con le attività antropiche è da sempre
conflittuale come dimostrano, nonostante il lupo sia specie protetta
da legislazioni nazionali ed internazionali, le uccisioni attuate
continuamente ed illegalmente sul territorio italiano. La tutela
risulta infatti esclusivamente formale non comportando azioni dirette
atte alla salvaguardia di questi animali ne alla repressione e
condanna delle azioni contro la loro integrità come dimostra anche
il recente caso verificatosi a Suvereto, nel Livornese.
Meno
noto è che molti dei canidi
crudelmente soppressi non siano in realtà lupi, ma
ibridi.
Il
fenomeno dell'ibridazione è aumentato
considerevolmente per la riprovevole usanza dell'abbandono
dei cani domestici e di alcuni esemplari di ibridi, con
accentuate caratteristiche fisiche e psichiche del lupo, da parte
di allevatori che si dedicano al traffico illegale ( in Italia è
vietato l'accoppiamento di animali domestici con quelli selvatici e
la detenzione di lupi fino alla quarta generazione) di genetica
canina attraverso unioni del pastore tedesco cecoslovacco con
femmine di lupi selvatici.
Seppure
il termine ibridazione non sia adatto ad individuare il fenomeno,
perchè biologicamente lupo e cane appartengono alla medesima specie,
viene usato per indicare l'incrocio tra il lupo, biologicamente
naturale, ed il cane derivato dalla selezione artificiale attuata
dall'uomo.
Nonostante
l'incremento dei casi di ibridazione il quadro normativo non si è
evoluto e risulta al presente del tutto inadeguato.
Nella
legislazione italiana è infatti assente,
analogamente a quella europea, sia la definizione di ibrido (
come peraltro non esiste una definizione di lupo e di cane ) sia
una specifica normativa in materia di ibridi. Non vi è quindi
nessuna indicazione relativamernte al loro rientrare o meno nella
specie protetta.
Anche
se la Corte di Cassazione Sez. III con la sentenza n. 2598 del 24
gennaio 2004 ha stabilito siano da considerarsi affini alla specie
selvatica ed il TAR Emilia Romagna con la sentenza n. 357 del 2
dicembre 2013 ha confermato, per gli ibridi lupo- cane,
l'applicazione della legislazione in materia di protezione della
fauna sancita dalla L.N. 157/1992.
Dall'assimilazione
degli ibridi al lupo deriva la loro considerazione quali "animali
pericolosi" ( Decreto del Ministero dell'Ambiente 19/04/1996 )
e conseguentemente che la loro detenzione in cattività sia possibile
solo in strutture autorizzate dalla Commisione Scientifica CITES.
Con
il risultato che gli ibridi, di lupo-cane ed introgressi
( reincrociati con la popolazione selvatica ), in Italia sono
soggetti a captivazione definitiva in strutture autorizzate.
Importante
alternativa alla segregazione a vita è rappresentata dal progetto
Life Mirco-lupo che prevede per 5 anni attività mirate alla
riduzione dell'impatto del randagismo e vagantismo canino sulla
popolazione italiana di lupo con azioni di contenimento
del potenziale riproduttivo sia degli esemplari ibridi
identificati sul proprio territorio sia dei cani vaganti
in accordo con i proprietari. Questo programma provvede
alla sterilizzazione ( attuata mediante vasectomia per
non alterare l'equilibrio ormonale dell'animale e consentirgli di
riprendere il proprio posto all'interno del branco quindi
finalizzata unicamente ad evitare la riproduzione degli esemplari
ibridi ) e successiva reintroduzione nel proprio territorio di
appartenenza.
Per
questi motivi il riconoscimento di un esemplare come
appartenente alla categoria lupo o ibrido diviene fondamentale
per il destino dell'animale.
Il
processo di domesticazione mediante la selezione genetica determina
la modificazione dei caratteri esteriori ( fenotipici).
Perciò
ai fini dell'assegnazione di un esemplare alla
categoria di lupo od ibrido è indispensabile eseguire l'analisi
genetica evidenziando i marcatori genetici ( porzioni di DNA che
in base alle loro caratteristiche sono usate per la determinazione
dell'origine di un individuo assegnandolo ad una popolazione
parentale specifica), esame che pure non è esente dalla possibilità
di errori diagnostici poichè le analisi genetiche hanno una
risoluzione limitata ad alcune generazioni di reincrocio.
Ma
si utilizzano anche marcatori fenotipici ossia
caratteristiche morfologiche considerate
diagnostiche per l'individuazione dell'origine di un
esemplare.
L'associazione
tra caratteri fenotipici e profilo genetico può facilitare il
riconoscimento.
Infatti
dal momento che le analisi genetiche, al fine di identificare
l'appartenza di un individuo, risultano spesso economicamente e
temporalmente onerose, i marcatori fenotipici si rivelano molto
utili per la distinzione immediata
di esemplari dei quali si sospetta ibridazione.
Gli
ibridi presentano spesso criteri caratteri fenotipici discordanti
rispetto al lupo ; indicatori diagnostici di ibridazione sono :
- colorazione del mantello marcatamente differenti dallo standard della specie ( nel lupo italiano è prevalente la tonalità grigio-fulvo con sfumature di rossiccio, ma è presente anche la colorazione nera per gli esemplari dell'Appennino centro settentrionale)
-
assenza o anomalie dei patterns tipici del lupo ( bandeggi scuri tendenti al nero lungo gli arti anteriori, nella zona dorsale del dorso, coloritura scura all'apice sulla punta della coda e delle orecchie mentre ventre ed addome presentano una coloritura più chiara tendente al crema )
-
assenza o anomalie della mascherina facciale
-
sperone agli arti posteriori (residuo atrofico del quinto dito degli arti posteriori assente nel lupo)
-
depigmentazione delle unghie
-
depigmentazione delle mucose della bocca se non dovuta ad origine tramutico-patologica ( il lupo presenta gengive scure lungo la linea dei denti e palato pigmentato )
-
depigmentazione parziale o totale del tartufo ( nel lupo è sempre nero)
-
depigmentazione dei polpastrelli e dei cuscinetti plantari ( nel lupo sono sempre neri)
-
anomalie nelle dimensioni e forma delle orecchie ( orecchie più grandi dello standard o pendule se non dovute a un'origine traumatico-patologica )
-
difformità delle dimensioni corporee ( gli individui adulti di lupo in Italia hanno un peso mediamente compreso tra i 25 ed i 35 kg per i maschi e tra i 20 e i 25 kg per la femmina; la lunghezza, coda esclusa, è in media di 110-150 cm considerando entrambi i sessi mentre la coda è folta e misura 30-35 cm; l'altezza al garrese è compresa tra i 50 2 i 70 cm
Si
deve inoltre considerare che l'ibridazione lupo-cane può
rappresentare un problema per la conservazione
del patrimonio genetico del lupo.
Per
l'affinità genetica lupo e cane sono interfecondi ed originano
ibridi fertili che possono a loro volta accoppiarsi con altri lupi
determinando l'introduzione dei geni del cane nel DNA del lupo. La
contaminazione genetica tra la forma selvatica e domestica della
specie, con le conseguenti relative modificazioni morfologiche,
fisiologiche e comportamentali, mette in pericolo la sopravvivenza
del lupo del quale sarebbe impossibile il recupero della forma
selvatica.
Il
rischio di ibridazione è elevato nelle aree di nuova
ricolonizzazione del lupo se queste zone hanno una esigua
popolazione di lupi ed un'alta presenza di cani vaganti o molto
liberi.
Il
fenomeno dell'ibridazione è con ogni probabilità sempre stato
presente, ma per l'attuale ridotto numero di lupi sul territorio
nazionale, diviene un pericolo per la sopravvivenza della specie.
Al
fine di proteggere il lupo occorre l'attuazione di
misure idonee : l'effettiva applicazione della normativa vigente
in materia per svolgere un'efficace attività di contrasto e
repressione del fenomeno del bracconaggio, il
potenziamento delle forze dell'ordine deputate, l'incremento
di azioni di prevenzione dei danni ed un nuovo
inquadramento dei relativi rimborsi.
E'
inoltre necessario combattere il randagismo e la presenza
dei cani vaganti oltre alla messa a punto di un quadro
legislativo inerente ed a tutela degli ibridi affinchè non
trascorrano una esistenza in reclusione, ma gli
sia riconosciuto il diritto a proseguire la
vita libera in natura. Infine di fondamentale valore diviene la
salvaguardia e l'estensione degli ambienti naturali idonei al lupo
per garantirne l'habitat e ridurre l'interferenza umana.
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