Ripropone
il tema del rapporto animali-diritto il caso della scimpanzè Cecilia
per la quale in Argentina il giudice Maria Alejandra Mauricio ha
accolto l'istituto di Habeas Corpus ( un appello al giudice contro
una detenzione ingiustificata nel diritto anglosassone ).
Con
la sentenza, in cui si afferma che essendo i grandi primati esseri
senzienti vanno identificati quali soggetti di diritto non umani, il
magistrato ha riconosciuto a Cecilia la condizione di soggetto di
diritto e non di oggetto.
La
vicenda dimostra come la maggior consapevolezza delle peculiarità
del mondo animale e la significativa attenzione alle relazioni
interspecifiche di una quota crescente della popolazione motivi
l'esigenza di un'evoluzione del diritto animale.
L'inedito
interesse verso la questione animale ha determinato riflessioni e
studi confluiti nell'indirizzo classificato come animal law. Settore
che attualmente tende in prevalenza alla difesa delle creature non
umane contro abusi e crudeltà.
Dal
momento che le opposizioni al riconoscimento di diritti agli animali
sono notevoli soprattutto dai numerosi settori ed industrie che
traggono guadagno dal loro sfruttamento e mirano al mantenimento
dello stato giuridico di cose attribuito agli altri esseri viventi
concedendo al più solo maggiori standard di vita e limitazioni alle
sperimentazioni. Ma evitando tutte le implicazioni etiche che
l'individuazione quali persone non umane implicherebbe.
La
legittimazione della considerazione dell'animale come cosa comporta
che non corrisponda mai al soggetto di tutela e che la disciplina
legislativa sia rivolta a contrastare comportamenti umani socialmente
pericolosi nei confronti degli altri individui ( lesivi per il
singolo individuo o la collettività ) piuttosto che alla
salvaguardia degli animali. Ne consegue l'irrisoria applicazione
della normativa che punisce i reati contro gli animali. E una
evidente scarsa volontà di modificare l'odierna situazione
giuridica.
La
società umana è infatti permeata da un imperante antropocentrismo
giuridico ed etico, motivo per cui la relazione tra animali e diritto
rimane antinomica.
E
a causa del quale l'etica è ritenuta una prerogativa esclusiva dei
rapporti tra gli esseri umani nei soli cui confronti viene accordata.
Senza
peraltro una motivazione all'assenza di diritti nella comunità umana
per creature che oggi sappiamo essere dotate di codici etici.
Ma
l'anacronismo legislativo non considera la necessità innovatrice
della società civile dove, al contrario, si moltiplicano gli
interventi a favore dell'assegnazione di diritti soggettivi ai
soggetti non umani.
Richieste
a cui il diritto dovrebbe invece fornire risposte per interpretare la
trasformazione della collettività.
per
APPROFONDIMENTI
:
Il
difficile binomio animali-diritto 3482915
Nessun commento:
Posta un commento