L'ennesimo
caso di crudeltà nei confronti degli animali è all'origine della
denuncia della LAV presentata ai Nas dei Carabinieri per le inidonee
condizioni di trasporto e le violenze sui vitelli esercitate in un
macello in provincia di Frosinone. Abusi efferati a cui sono
sottoposti i piccoli documentati da filmati ripresi in anonimato ed
allegati all'esposto.
La
querela individua una serie di reati che vanno dalla infrazione della
normativa relativa al trasporto degli animali al maltrattamento degli
stessi.
Il
crimine di maltrattamento può infatti essere applicato anche agli
animali "da reddito" come stabilito dalla Suprema Corte di
Cassazione con la sentenza n. 16497 del 2013 e come affermato da
altre analoghe sentenze emesse in materia ( l'ultima condanna
riguarda i soggetti, veterinario, titolare ed alcuni operatori,
coinvolti nel caso Italcarni ).
Mentre
la Corte di Cassazione, terza sezione penale, ha stabilito con la
sentenza n. 10009/2017 ( in merito alla vicenda di una donna che
deteneva 25 gatti selvatici ed un cavallo all'interno di un locale
chiuso concesso in comodato d'uso ) che il reato di abbandono di
animali ( detenzione di animali in condizioni incompatibili con la
loro natura e produttive di gravi sofferenze ) comprende anche le
sofferenze psichiche non solo quelle fisiche. La costrizione di un
animale in condizioni contrarie alla sua natura costituisce un
illecito punibile in quanto tale.
Infatti
" Ai fini dell'integrazione del reato in esame non è necessario
che l'animale riporti una lesione all'integrità fisica, potendo la
sofferenza consistere anche soltanto in meri patimenti, la cui
inflizione sia non necessaria in rapporto alle esigenze della
custodia e dell'allevamento dello stesso".
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