Che
la posizione di Donald Trump riguardo ad ambiente ed animali fosse
ben diversa da quella del suo predecessore Barack Obama, era palese.
Ora il nuovo presidente degli Stati Uniti sta attuando il suo
controverso programma politico con una serie di disposizioni
allarmanti, rappresentative del suo approccio alle tematiche
ambientali e di salvaguardia faunistica.
La
firma del decreto presidenziale che cancella tutte le restrizione
alle emissioni di CO2 è solo il più recente, e non si preannuncia
l'ultimo, dei provvedimenti della sua amministrazione.
Benchè
gli effetti in questo caso siano più mediatici che reali ( il Clean
Power Plan, il vero obiettivo dell'opera di smantellamento, è in
attesa della decisione della Corte Suprema come lo sarà l'ordine
esecutivo di Trump) rimane preoccupante la strategia posta in essere
dall'attuale indirizzo governativo ed i suoi effetti a livello
nazionale ed internazionale.
E
la disposizione è stato preceduta da una serie di altre misure
inquietanti.
Trump,
oltre agli annunciati tagli di spesa per la tutela ambientale, ha
infatti dato il via libera all'ordine esecutivo che autorizza i
progetti di due grandi oleodotti abbandonati dall'amministrazione
Obama : il Dakota Access che devasterà la riserva dei Sioux di
Standing rock con il pericolo di inquinamento delle acque potabili (
progetto della Energy Transfer Partners bloccato nel dicembre scorso
dal governo federale ) e del Keysonte XI l'oleodotto che,
attraversando l'America, dovrebbe trasportarre petrolio dal Canada
alle raffinerie di Texas e Louisiana ( sospeso dal governo Obama per
le gravi ripercussioni ambientali a fronte di una bassa redditività
occupazionale ed economica ).
Forse
ancora più pernicioso è il pensiero di Trump verso il mondo
animale. Fautore della attività venatoria ( celebri le foto dei
figli imortalati con i loro trofei di caccia grossa ovviamente tutti
di specie protette) è un convinto sostenitore degli allevamenti
intensivi mentre risulta insofferente della normativa a tutela del
benessere animale.
Poche
settimane dopo il suo insediamento il Dipartimento dell'Agricoltura
degli Stati Uniti ha oscurato sul proprio sito dati e documenti
relativi ad abusi commessi a danno degli animali che da anni il sito
web pubblicava ( resoconti e rapporti circa le ispezioni ad aziende e
strutture che utilizzano animali per allevamento, ricerca, spettacolo
con il fine di verificare l'applicazione dell'Animal Welfare Act, la
legislazione atta ad evitare illeciti e violazioni in tali settori ).
Rendendo più difficile provare e fermare violenze e reati su molte
specie con un prevedibile peggioramento delle condizioni delle
creature impiegate per l'attività di ricerca ( laboratori ) o
intrattenimento ( circo, zoo, ecc). Infatti se la pubblicazione di
tale documentazione ha permesso in passato la divulgazione di molti
casi di abusi la recente condotta implica una significativa
regressione in ambito di tutela degli animali dal momento che minor
attenzione per le attività che li utilizzano si traduce in
un'agevolazione per l'infrazione delle disposizione normative.
Inoltre
recentemente il presidente Trump ha firmato un progetto, approvato
dal Congresso Usa, che abroga la legislazione Obama e permette la
caccia della fauna selvatica ( volpi, lupi, orsi ed altri predatori )
in Alaska, territorio federale, anche all'interno dei parchi
nazionali. Consentendo di fatto anche pratiche estremamente crudeli
come la caccia in tana ( si potranno impunemente uccidere orsi in
letargo e madri con i propri cuccioli ), l'attività venatoria
esercitata dagli aerei e l'uso di sistemi barbari quali tagliole,
trappole in acciaio a chiusura con mascelle, lacci di ferro, ecc.
L'odierno
corso della politica Usa risulta pericoloso anche perchè costituisce
un rischioso precedente : molti Paesi potrebbero essere tentati di
uniformare a quella americana la propria condotta proprio in ambiti
dove, al contrario, sarebbe necessario perfezionare la normativa
ambientale e di tutela animale.
per
APPROFONDIMENTI
:
Post Argomenti correlati
Ecosostenibilità ed ambiente :
Nessun commento:
Posta un commento