martedì 16 maggio 2017

Il lupo italiano e gli ibridi lupo-cane : una perigliosa esistenza

La coesistenza del lupo con le attività antropiche è da sempre conflittuale come dimostrano, nonostante il lupo sia specie protetta da legislazioni nazionali ed internazionali, le uccisioni attuate continuamente ed illegalmente sul territorio italiano. La tutela risulta infatti esclusivamente formale non comportando azioni dirette atte alla salvaguardia di questi animali ne alla repressione e condanna delle azioni contro la loro integrità come dimostra anche il recente caso verificatosi a Suvereto, nel Livornese.
Meno noto è che molti dei canidi crudelmente soppressi non siano in realtà lupi, ma ibridi.
Il fenomeno dell'ibridazione è aumentato considerevolmente per la riprovevole usanza dell'abbandono dei cani domestici e di alcuni esemplari di ibridi, con accentuate caratteristiche fisiche e psichiche del lupo, da parte di allevatori che si dedicano al traffico illegale ( in Italia è vietato l'accoppiamento di animali domestici con quelli selvatici e la detenzione di lupi fino alla quarta generazione) di genetica canina attraverso unioni del pastore tedesco cecoslovacco con femmine di lupi selvatici.
Seppure il termine ibridazione non sia adatto ad individuare il fenomeno, perchè biologicamente lupo e cane appartengono alla medesima specie, viene usato per indicare l'incrocio tra il lupo, biologicamente naturale, ed il cane derivato dalla selezione artificiale attuata dall'uomo.
Nonostante l'incremento dei casi di ibridazione il quadro normativo non si è evoluto e risulta al presente del tutto inadeguato.
Nella legislazione italiana è infatti assente, analogamente a quella europea, sia la definizione di ibrido ( come peraltro non esiste una definizione di lupo e di cane ) sia una specifica normativa in materia di ibridi. Non vi è quindi nessuna indicazione relativamernte al loro rientrare o meno nella specie protetta.
Anche se la Corte di Cassazione Sez. III con la sentenza n. 2598 del 24 gennaio 2004 ha stabilito siano da considerarsi affini alla specie selvatica ed il TAR Emilia Romagna con la sentenza n. 357 del 2 dicembre 2013 ha confermato, per gli ibridi lupo- cane, l'applicazione della legislazione in materia di protezione della fauna sancita dalla L.N. 157/1992.
Dall'assimilazione degli ibridi al lupo deriva la loro considerazione quali "animali pericolosi" ( Decreto del Ministero dell'Ambiente 19/04/1996 ) e conseguentemente che la loro detenzione in cattività sia possibile solo in strutture autorizzate dalla Commisione Scientifica CITES.
Con il risultato che gli ibridi, di lupo-cane ed introgressi ( reincrociati con la popolazione selvatica ), in Italia sono soggetti a captivazione definitiva in strutture autorizzate.
Importante alternativa alla segregazione a vita è rappresentata dal progetto Life Mirco-lupo che prevede per 5 anni attività mirate alla riduzione dell'impatto del randagismo e vagantismo canino sulla popolazione italiana di lupo con azioni di contenimento del potenziale riproduttivo sia degli esemplari ibridi identificati sul proprio territorio sia dei cani vaganti in accordo con i proprietari. Questo programma provvede alla sterilizzazione ( attuata mediante vasectomia per non alterare l'equilibrio ormonale dell'animale e consentirgli di riprendere il proprio posto all'interno del branco quindi finalizzata unicamente ad evitare la riproduzione degli esemplari ibridi ) e successiva reintroduzione nel proprio territorio di appartenenza.
Per questi motivi il riconoscimento di un esemplare come appartenente alla categoria lupo o ibrido diviene fondamentale per il destino dell'animale.
Il processo di domesticazione mediante la selezione genetica determina la modificazione dei caratteri esteriori ( fenotipici).
Perciò ai fini dell'assegnazione di un esemplare alla categoria di lupo od ibrido è indispensabile eseguire l'analisi genetica evidenziando i marcatori genetici ( porzioni di DNA che in base alle loro caratteristiche sono usate per la determinazione dell'origine di un individuo assegnandolo ad una popolazione parentale specifica), esame che pure non è esente dalla possibilità di errori diagnostici poichè le analisi genetiche hanno una risoluzione limitata ad alcune generazioni di reincrocio.
Ma si utilizzano anche marcatori fenotipici ossia caratteristiche morfologiche considerate diagnostiche per l'individuazione dell'origine di un esemplare.
L'associazione tra caratteri fenotipici e profilo genetico può facilitare il riconoscimento.
Infatti dal momento che le analisi genetiche, al fine di identificare l'appartenza di un individuo, risultano spesso economicamente e temporalmente onerose, i marcatori fenotipici si rivelano molto utili per la distinzione immediata di esemplari dei quali si sospetta ibridazione.
Gli ibridi presentano spesso criteri caratteri fenotipici discordanti rispetto al lupo ; indicatori diagnostici di ibridazione sono :
  • colorazione del mantello marcatamente differenti dallo standard della specie ( nel lupo italiano è prevalente la tonalità grigio-fulvo con sfumature di rossiccio, ma è presente anche la colorazione nera per gli esemplari dell'Appennino centro settentrionale)
  • assenza o anomalie dei patterns tipici del lupo ( bandeggi scuri tendenti al nero lungo gli arti anteriori, nella zona dorsale del dorso, coloritura scura all'apice sulla punta della coda e delle orecchie mentre ventre ed addome presentano una coloritura più chiara tendente al crema )
  • assenza o anomalie della mascherina facciale
  • sperone agli arti posteriori (residuo atrofico del quinto dito degli arti posteriori assente nel lupo)
  • depigmentazione delle unghie
  • depigmentazione delle mucose della bocca se non dovuta ad origine tramutico-patologica ( il lupo presenta gengive scure lungo la linea dei denti e palato pigmentato )
  • depigmentazione parziale o totale del tartufo ( nel lupo è sempre nero)
  • depigmentazione dei polpastrelli e dei cuscinetti plantari ( nel lupo sono sempre neri)
  • anomalie nelle dimensioni e forma delle orecchie ( orecchie più grandi dello standard o pendule se non dovute a un'origine traumatico-patologica )
  • difformità delle dimensioni corporee ( gli individui adulti di lupo in Italia hanno un peso mediamente compreso tra i 25 ed i 35 kg per i maschi e tra i 20 e i 25 kg per la femmina; la lunghezza, coda esclusa, è in media di 110-150 cm considerando entrambi i sessi mentre la coda è folta e misura 30-35 cm; l'altezza al garrese è compresa tra i 50 2 i 70 cm
Si deve inoltre considerare che l'ibridazione lupo-cane può rappresentare un problema per la conservazione del patrimonio genetico del lupo.
Per l'affinità genetica lupo e cane sono interfecondi ed originano ibridi fertili che possono a loro volta accoppiarsi con altri lupi determinando l'introduzione dei geni del cane nel DNA del lupo. La contaminazione genetica tra la forma selvatica e domestica della specie, con le conseguenti relative modificazioni morfologiche, fisiologiche e comportamentali, mette in pericolo la sopravvivenza del lupo del quale sarebbe impossibile il recupero della forma selvatica.
Il rischio di ibridazione è elevato nelle aree di nuova ricolonizzazione del lupo se queste zone hanno una esigua popolazione di lupi ed un'alta presenza di cani vaganti o molto liberi.
Il fenomeno dell'ibridazione è con ogni probabilità sempre stato presente, ma per l'attuale ridotto numero di lupi sul territorio nazionale, diviene un pericolo per la sopravvivenza della specie.
Al fine di proteggere il lupo occorre l'attuazione di misure idonee : l'effettiva applicazione della normativa vigente in materia per svolgere un'efficace attività di contrasto e repressione del fenomeno del bracconaggio, il potenziamento delle forze dell'ordine deputate, l'incremento di azioni di prevenzione dei danni ed un nuovo inquadramento dei relativi rimborsi.
E' inoltre necessario combattere il randagismo e la presenza dei cani vaganti oltre alla messa a punto di un quadro legislativo inerente ed a tutela degli ibridi affinchè non trascorrano una esistenza in reclusione, ma gli sia riconosciuto il diritto a proseguire la vita libera in natura. Infine di fondamentale valore diviene la salvaguardia e l'estensione degli ambienti naturali idonei al lupo per garantirne l'habitat e ridurre l'interferenza umana.


per APPROFONDIMENTI :









Post Argomenti correlati Ecosostenibilità ed ambiente :

Uno sviluppo autenticamente sostenibile

La responsabilità della bellezza

Coniugare architettura ed ecologia

Bioarchitettura e non

Il prezzo della carne : l’Oms definisce cancerogena quella lavorata

Un consumo più consapevole

Push-pull” la tecnica colturale per la protezione delle piante senza pesticidi ed Ogm

Felini, arte e moda nell’esposizione alla GAM di Milano

Energia elettrica dai pomodori : l’energia pulita ed alternativa dagli scarti agroalimentari

Nuova guerra alle nutrie : crudele ed inutile sterminio

L’affare del bracconaggio e del commercio illegale di specie rare

Ttip e le novità insidiose contenute nella bozza di accordo commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti

Contro L’abbattimento delle volpi ( e dalla loro parte)

La campagna nazionale contro i lupi di Coldiretti

Olio di palma : l’uso occulto negli esercizi artigianali


Studi europei ed americano confermano il ruolo protettivo dall’asma svolto dalla presenza degli di animali

Non è un Paese per gli orsi : un altro plantigrado trovato morto in Trentino

La svolta vegetariana del ministro dell'Ambiente tedesco

Turismo venatorio, “canned hunting” ed industria del leone : tre aspetti di un fenomeno che minaccia una specie a rischi

Non c'è pace per il lupo ( il Piano per la conservazione e gestione ne prevede l'abbattimento )

Le scelte ambientali e verso il mondo animale di Donald Trump

Piano per la conservazione e gestione del lupo : via libera "tecnico" alla bozza che prevede l'abbattimento controllato







Nessun commento:

Posta un commento