lunedì 1 maggio 2017

Il riconoscimento della scimpanzè Cecilia come "soggetto non umano" nel rapporto animali-diritto

Ripropone il tema del rapporto animali-diritto il caso della scimpanzè Cecilia per la quale in Argentina il giudice Maria Alejandra Mauricio ha accolto l'istituto di Habeas Corpus ( un appello al giudice contro una detenzione ingiustificata nel diritto anglosassone ).
Con la sentenza, in cui si afferma che essendo i grandi primati esseri senzienti vanno identificati quali soggetti di diritto non umani, il magistrato ha riconosciuto a Cecilia la condizione di soggetto di diritto e non di oggetto.
La vicenda dimostra come la maggior consapevolezza delle peculiarità del mondo animale e la significativa attenzione alle relazioni interspecifiche di una quota crescente della popolazione motivi l'esigenza di un'evoluzione del diritto animale.
L'inedito interesse verso la questione animale ha determinato riflessioni e studi confluiti nell'indirizzo classificato come animal law. Settore che attualmente tende in prevalenza alla difesa delle creature non umane contro abusi e crudeltà.
Dal momento che le opposizioni al riconoscimento di diritti agli animali sono notevoli soprattutto dai numerosi settori ed industrie che traggono guadagno dal loro sfruttamento e mirano al mantenimento dello stato giuridico di cose attribuito agli altri esseri viventi concedendo al più solo maggiori standard di vita e limitazioni alle sperimentazioni. Ma evitando tutte le implicazioni etiche che l'individuazione quali persone non umane implicherebbe.
La legittimazione della considerazione dell'animale come cosa comporta che non corrisponda mai al soggetto di tutela e che la disciplina legislativa sia rivolta a contrastare comportamenti umani socialmente pericolosi nei confronti degli altri individui ( lesivi per il singolo individuo o la collettività ) piuttosto che alla salvaguardia degli animali. Ne consegue l'irrisoria applicazione della normativa che punisce i reati contro gli animali. E una evidente scarsa volontà di modificare l'odierna situazione giuridica.
La società umana è infatti permeata da un imperante antropocentrismo giuridico ed etico, motivo per cui la relazione tra animali e diritto rimane antinomica.
E a causa del quale l'etica è ritenuta una prerogativa esclusiva dei rapporti tra gli esseri umani nei soli cui confronti viene accordata.
Senza peraltro una motivazione all'assenza di diritti nella comunità umana per creature che oggi sappiamo essere dotate di codici etici.
Ma l'anacronismo legislativo non considera la necessità innovatrice della società civile dove, al contrario, si moltiplicano gli interventi a favore dell'assegnazione di diritti soggettivi ai soggetti non umani.
Richieste a cui il diritto dovrebbe invece fornire risposte per interpretare la trasformazione della collettività.

per APPROFONDIMENTI :


Il difficile binomio animali-diritto 3482915

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