Il termine empatia è di derivazione greca e ha il significato di “sentire il dolore altrui dentro di sé”.
E’ una percezione di fondamentale importanza, la cui mancanza ha implicazioni rilevanti come testimoniato dallo psicologo Gustave M Gilbert, il quale dopo aver assistito i criminali nazisti durante il processo di Norimberga, a riguardo di Rudolf Hoss, comandante dei campi di Auschwitz, annotava “dà l’impressione di un uomo intellettualmente normale ma con un’apatia schizoide, una mancanza di sensibilità ed empatia che potrebbe difficilmente essere più estrema in uno psicotico”.
Verosimilmente l’incapacità di avvertire la sofferenza altrui definisce e genera il male. L’attitudine a guardare il mondo con gli occhi dell’altro determina la differenza mediante l’empatia, il meccanismo che ci permette di stabilire relazioni significative.
I neuroni specchio, cellule del cervello, che sono alla base del processo empatico di identificazione rendono possibile il sistema della socializzazione perché riconoscersi in un altro individuo significa accoglierlo nella propria esistenza e consente l’azione della collaborazione e la conoscenza di sé poiché gli altri sono il nostro specchio e imparando dagli altri apprendiamo anche a conoscere noi stessi.
Quindi la comprensione dell’altro non può prescindere dall’immedesimazione emotiva, poiché senza un certo grado di empatia e condivisione, per il quale è possibile immaginare il vissuto di un’altro soggetto, non sarebbe possibile interagire con esso.
Disordini mentali quali schizofrenia, psicopatia, disturbo narcisistico della personalità o autismo sono caratterizzati dall’indifferenza emotiva e dalla carenza o assenza di sensibilità verso gli altri. Mentre esiste correlazione tra capacità di comunicazione ed integrazione dell’individuo in quanto l’empatia, che permette la collaborazione e la solidarietà, aiuta a vivere meglio. Dato che il contatto e la reciproca conoscenza facilitano la tolleranza verso gli altri esseri viventi e contribuiscono a capirne le necessità, riconoscerne i diritti e a condividerne le esigenze.
In sintesi : “ L’amore per le altre creature potrebbe teoricamente rivoluzionare la natura della civiltà” William Jordan
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