Una ricerca del Mta-Elte
Comparative ethology research Group, presso l’Accademia di scienze
ungherese, pubblicata su “Current
biology” ha scoperto che il cervello
dei cani, come quello degli uomini, è munito di “voice area” specifiche “aree
vocali” dedicate all’elaborazione delle voci grazie alle quali sono in grado di
cogliere anche i segnali emotivi contenuti in una voce.
Un’indagine svolta da Stanley
Coren, professore all’università canadese della British Columbia, e presentata
all’American Psychological Association ha invece dimostrato che i cani possono
comprendere fino a 250 parole vocaboli e gesti, contare fino a 5 e svolgere
semplici esercizi di matematica.
Gli studi hanno evidenziato
dimostrato che il cervello del cane è sensibile come quello umano ai segnali
delle emozioni e degli stimoli sociali.
I cani e gli uomini hanno un
ambiente sociale simile e i risultati della ricerca indicano per entrambi l’uso degli stessi meccanismi cerebrali per
l’elaborazione delle informazioni sociali. Probabilmente questa similitudine
determina almeno parzialmente la validità della comunicazione verbale tra le
due specie. Ciò secondo l’analisi si deve al fatto che l’evoluzione delle aree
vocali delle due specie è avvenuta durante la fase dell’ultimo antenato comune
tra uomo e cane. Tale stadio temporale del processo spiegherebbe la
corrispondenza dei meccanismi neuronali e comportamentali delle due specie. Lo
studio comparativo sul processo cerebrale delle voci, attuato con la risonanza
magnetica, ha infatti riscontrato sia negli esseri umani che nei cani
l’attivazione delle aree vocali che si trovano in analoga localizzazione nel
cervello di entrambi. Sono emerse stupefacenti affinità nelle modalità con cui
il cervello dei due individui elabora suoni carichi di emotività.
La similitudine dei meccanismi
cerebrali per l’elaborazione del significato sociale del suono e la somiglianza
dell’elaborazione uditiva aiuta a spiegare le modalità con le quali i cani
riescono ad entrare in completa sintonia con i sentimenti e le emozioni degli
esseri umani e perché la comunicazione tra le due specie sia così efficace.
Siamo però solo all’inizio della
comprensione delle modalità con le quali i cani riescono ad entrare in una
sintonia così piena con i sentimenti e le emozioni umane.
La comunicazione tra esseri umani
e cane, ed animali in genere, è infatti probabilmente molto più articolata di
quanto riteniamo e basata solo in minima parte sul linguaggio verbale.
La comunicazione interspecifica è
affidata primariamente alla forma non verbale esattamente come tra due
individui umani di differente idioma (non a caso la funzione comunicativa
dell’arte sfrutta l’universalità dell’immagine e il coinvolgimento emozionale
per superare anche l’ostacolo di lingue diverse o dell’analfabetismo ).
L’espressione comunicativa,
soprattutto quella non verbale, riveste mansioni fondamentali nel mondo animale
ed è determinante per la sopravvivenza.
Risulta infatti indispensabile per prevedere il comportamento di un altro
essere ( l’ interazione preda-predatore si basa fonda sulla lettura dei
comportamenti reciproci).
Il linguaggio non verbale è
complesso e comprensivo di comunicazione sensoriale tattile, chimica, acustica
e visiva.
Il tatto e il contatto fisico
svolgono una funzione importante nei rapporti animali ( nella lingua inglese
gli animali d’affezione sono chiamati pets dal verbo pet = carezzare, coccolare
e sul contatto fisico si basa anche la pet-therapy).
Negli animali sociali la capacità
di comprendere la mimica espressiva è molto sviluppata ed è usuale l’utilizzo
del linguaggio corporeo per il quale la
postura e la posizione di alcune parti (muso, coda, denti, orecchie, occhi e
dorso ) sono essenziali per la trasmissione del messaggio.
Come la percezione di agenti
chimici attraverso l’olfatto ( ad esempio il rilascio dei feromoni per la marcatura del territorio), la vista, l’udito
e l’espressione vocale che, al pari delle altre modalità, riveste un’importanza
rilevante.
I segnali per l’espressione e la
comunicazione dell’animale sono basilari e necessari per la socializzazione
o per manifestare lo stato d’animo (
benessere, disagio o stress ).
Questi canali di comunicazione
sono in gran parte preclusi agli esseri umani ed anche per questo il linguaggio
verbale umano è stato assunto come paradigmatico e universale, dimostrazione
della presupposta inferiorità animale per l’incapacità ad aderirvi.
Le scoperte nel campo sono
probabilmente commisurate alla tipologia della ricerca : verosimilmente scopriamo solo ciò che
siamo in grado di indagare e comprendere rimanendo insensibili ad una forma
espressiva che ha i suoi presupposti in fattori sensoriali che ci sono per lo
più ignoti.
Poiché emittente e ricevente del
messaggio non usano gli stessi moduli comunicativi, ossia la stessa lingua,
deve essere primaria l’attenzione da parte degli esseri umani per il
riconoscimento e la conoscenza di queste modalità comunicative e la corretta
interpretazione dei messaggi.
Dato che in latino il termine comunicare significa mettere in comune,
condividere un messaggio e, se alla base della comunicazione vi è con ogni
probabilità l’empatia, la comprensione e il rispetto dell’espressività animale
risultano indispensabili per una soddisfacente relazione.
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