Gli animali che condividono la nostra esistenza godono dei vantaggi derivanti dalla disponibilità di cibo, della tutela della salute e di condizioni di vita migliorative rispetto a quelle che avrebbero in natura. Ma il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che subiscono il nostro stile di vita con conseguenti lunghi periodi di solitudine, condizioni e spazi non sempre adeguati alle loro esigenze. La noia può essere un nemico e si rivela pericolosa. L’assenza di stimoli può far virare l’umore verso l’apatia con conseguente scarsa attività psichica e fisica. Mentre la frustrazione è placata con un’eccessiva ingestione di cibo. Inoltre la pratica sempre più diffusa della sterilizzazione gioca un ruolo fondamentale per quanto riguarda il rapporto con l’alimentazione, l’attività motoria e la tendenza ad acquistare peso. Gli ormoni svolgono infatti un ruolo importante di protezione e di regolazione e la loro perdita produce effetti collaterali, tra cui l’aumento dell’appetito e l’abulia, da non sottovalutare.
Per l’insieme di questi motivi l’eccesso ponderale riguarda sempre più frequentemente gli animali domestici e i gatti in particolare. Infatti la sterilizzazione è maggiormente eseguita sui gatti che sui cani e inoltre il cane, per le sue necessità fisiologiche, esce più volte al giorno e può quindi muoversi in misura maggiore rispetto al felino.
Il soprappeso o addirittura l’obesità diventano allora una problematica reale che ha ripercussioni sulla qualità della vita e sullo stato di salute di cani e gatti.
L’eccesso ponderale, e in forma maggiore l’obesità, impediscono all’animale di muoversi agevolmente e rappresentano un serio problema perché possono predisporre lo sviluppo di gravi malattie come le patologie muscolo-scheletriche, cardiache, respiratorie, pressione alta, diabete melito, ecc. e rendere rischioso o impraticabile il ricorso all’intervento chirurgico in caso di necessità.
Dal momento che il peso è fondamentale riconoscere lo stato di forma fisica dell’animale risulta di primaria importanza.
Ogni razza ha uno standard e fornisce un intervallo ponderale con il quale verificare il peso in base all’ età e sesso e il veterinario può fornire indicazioni utili in tal senso.
Oltre all’ovvia prassi della bilancia indicazioni sulla quantità di adipe possono essere fornite anche da alcune caratteristiche fisiche. L’animale normopeso presenta le costole della gabbia toracica e le vertebre lombari appena evidenti e percepibili al tatto, il bacino un poco sporgente, l’addome un po’ rientrante, grasso addominale ( da non confondere con la prominenza della pelle del ventre degli animali sterilizzati) minimo. Viceversa la presenza di adipe localizzata lungo la colonna vertebrale, in prossimità delle spalle o alla base del collo è indicativa di un individuo in soprappeso.
Le tabelle relative risultano maggiormente esplicative.
Per mantenere in buona salute l’animale è fondamentale la prevenzione, ossia evitare/limitare l’acquisizione eccessiva di peso, attuata tramite la somministrazione di dosi adeguate di alimenti e il mantenimento di un appropriato livello di attività fisica. A maggior ragione perché rimettere in forma un animale non è così semplice e gli comporta privazioni e disagi se non sofferenze.
Considerato che il cane e il gatto sono per loro natura carnivori e abitudinari si possono adottare alcuni accorgimenti per eludere l’eccesso di peso.
Per quanto riguarda l’alimentazione è in ogni caso preferibile la preparazione e la somministrazione di cibo fresco cucinato appositamente in casa.
La preparazione casalinga del pasto è molto importante poiché risulta qualitativamente e quantitativamente più controllabile. Gli alimenti approntati in casa, limitando le proteine e i grassi e arricchendo la dieta di vitamine, sali minerali e fibre con l’aggiunta di pasta, riso, verdure lessate e schiacciate (utilissime anche nella prevenzione dell’insufficienza renale a cui i carnivori sono maggiormente soggetti per il notevole apporto proteico ) forniscono un minore apporto calorico e un regime alimentare più bilanciato.
Inoltre consentono di prediligere una dieta umida che, grazie al contenuto d’acqua, produce un maggior senso di sazietà. Per questo motivo anche nel caso di somministrazione di crocchette è consigliabile servirle dopo averle lasciate a bagno in acqua, brodo o latte in modo che risultino impregnate di liquido ( operazione particolarmente indicata per il gatto che alimentandosi con cibo “secco” avrebbe la necessità dovrebbe conseguentemente ingerire una notevole quantità di liquido ).
Si può poi suddividere la razione giornaliera in molti piccoli pasti in modo che il cane o il gatto non mangi subito buona parte della porzione quotidiana reclamando successivamente altro cibo.
In più, se l’animale è abituato ed ha una buona tolleranza a questo alimento, si può fornire quotidianamente del latte che concorre alla sensazione di sazietà e, nel caso del gatto, contribuisce al transito intestinale del pelo ingerito riducendo le possibilità di blocco intestinale.
Essenziale inoltre per l’animale avere sempre la disponibilità di acqua fresca.
Astenersi dalla somministrazione di “fuori pasto”, snack , biscotti, ecc. e dal rendere l’animale partecipe dei nostri pasti ( un assaggio è consentito solo se si “recuperano “ le calorie introdotte limitando il pasto successivo) che lo assuefanno al costante senso di sazietà e producono un inevitabile aumento di peso corporeo.
I medesimi accorgimenti possono risultare utili anche qualora occorra ricorrere a misure più drastiche come una dieta ipocalorica al fine di ottenere un calo ponderale.
E’ allora preferibile chiedere consiglio al veterinario, far ricorso a controlli ed annotazioni periodiche del peso dell’animale (ogni 2-3 settimane), dotarsi di costanza e pazienza poiché la perdita di peso non deve essere rapida e quindi richiede tempo.
In ogni caso evitare assolutamente di affamare l’animale, un’eccessiva diminuzione di cibo può comportare un aumento dell’irritabilità e dell’aggressività, e di diminuire drasticamente la quantità di alimenti. E’ necessario ridurre gradualmente la dose quotidiana seguendo il consueto numero dei pasti abituando progressivamente l’animale a razioni un po’ ridotte di cibo.
Occorre poi considerare che il movimento è l’elemento essenziale per bruciare energia, ma anche grassi in eccesso. L’esercizio fisico può essere svolto mediante l’intrattenimento e l’interessamento con giochi, cacce e diversivi che tengano l’animale occupato in attività motorie e mentali che, oltre a fargli fare moto, lo distolgano dal pensiero del cibo.
Per il cane è utile fare frequenti passeggiate mentre per il gatto si può ricorrere all’arricchimento ambientale con scalette, piani sopraelevati, tronchetti, ecc.
Eludere di invogliare l’animale al movimento sollecitandolo con il richiamo del cibo : la proposta deve risultare allettante a prescindere dall’alimentazione per riuscire a rimuovere l’identificazione del cibo con l’appagamento.
Si deve infatti recuperare insieme a lui ad un altro concetto di gratificazione.
La predazione per il gatto e la socializzazione per il cane sono attività estremamente gradite che incoraggiano l’attività motoria e intellettiva e che risultano quindi ottimi coadiuvanti per il benessere e la forma fisica dell’animale. Inoltre può rivelarsi estremamente utile far partecipare, per quanto e il più possibile, il cane o il gatto alle nostre attività creando occasioni ludiche o interessanti. In questo modo lo si aiuta a mantenersi attivo e in forma instaurando un rapporto più completo e profondo.
Infine la disponibilità di uno spazio aperto può fare fa la differenza poiché incrementa le occasioni di stimolo ( possibilità di caccia, perlustrazione del territorio, osservazione dell’intorno circostante e dei vari esseri che transitano in prossimità, interazione ecc.) e concorre al soddisfacimento dell’animale consentendogli di esprimere atteggiamenti innati della propria specie e di mettere in atto comportamenti simili a quelli che avrebbero in condizioni naturali.
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