Infine il
decreto legislativo che cambia il codice penale è stato modificato. Ma l’iter
di approvazione della norma è stato e risulta tuttora a
dir poco travagliato.
Il decreto
legislativo che cambia, con l’inserimento di una nuova causa di non punibilità,
il codice penale contiene infatti la precisazione che il concetto di “tenuità del fatto” non si applica ai reati
connessi a violenza o maltrattamenti degli animali. La variazione del testo
iniziale ha permesso di non inserire i crimini contro gli animali tra gli
illeciti per i quali è prevista la depenalizzazione.
Rimane il
fatto che l’atteggiamento del governo fa capo ad un modello anacronistico e
tragicamente legato agli interessi del mondo venatorio.
Ma c’è
ancora l’incognita dell’emendamento presentato a firma del senatore Pd Stefano
Vaccari che prevede la derubricazione da sanzione penale ad amministrativa,
sancendo di fatto la somministrazione di una
sola ammenda amministrativa, a chi cattura, detiene o uccide animali di
specie protette. E che comporterebbe una semplice contravvenzione pecuniaria
compresa tra i 774 e i 2.065 euro, invece della carcerazione da 2 a 8 mesi
attualmente prevista, per chi contrabbanda o caccia specie protette ( tra le quali anche lupi, orsi, foche monache,
ecc.)
In seguito
alle proteste di animalisti ed ambientalisti Vaccari ha precisato che ritirerà
l’emendamento definito come frutto di un involontario equivoco. Ma il ritiro
del provvedimento si verificherà solo al momento della ripresa dei lavori della
Commissione Ambiente del Senato. Mentre gli effetti dell’emendamento sarebbero
drammatici come le carneficine che ne
diverrebbero la logica conseguenza.
Risulta
evidente la carenza della consapevolezza che il periodo odierno non risulta
quello più opportuno per mancare, ancora una volta, di cogliere reali occasioni
di mutamento.
Post Argomenti correlati Etica e Diritti degli animali
:
Nessun commento:
Posta un commento