L’approvazione
da parte del governo Usa del piano esplorativo della Shell per la trivellazione
esplorativa nell’Artico desta seria preoccupazione, anche se la compagnia
petrolifera deve ancora ottenere le autorizzazioni del governo federale e dello
stato dell’Alaska.
L’amministrazione
Obama ha accettato il piano presentato dalla compagnia energetica, il
cui programma di estrazione in zona artica risale al 2007 ed è stato bloccato
nel 2012 in seguito ad una sequenza di errori e contrattempi che misero a
rischio l’ambiente marino locale.
Il Dipartimento
degli Interni ha però subordinato l’autorizzazione del programma della Shell,
che prevede l’utilizzo di due trivelle per esplorare sei pozzi di estrazione,
al rispetto di diciotto condizioni preliminari a tutela dell’ecosistema e delle
operazioni, vincolanti ed obbligatorie per iniziare le operazioni di carotaggio
previste da luglio 2015.
L’attività
esplorativa è prevista nel mare di Chukchi, tra Alaska e Siberia. La zona è
considerata estremamente rischiosa per le condizioni climatiche estreme
(transito di iceberg e tempeste con onde alte anche 15 metri e) e molto isolata
quindi difficilmente raggiungibile sia dal mare che dalla terraferma in caso di
incidenti ( la Guardia Costiera Usa struttura adeguatamente attrezzata per
intervenire dista più di 1.500 km ).
Oltre alla
posizione ed alle caratteristiche meteorologiche particolarissime l’area fa
parte di un delicato ecosistema : rientra nel tragitto delle migrazioni di
animali e mammiferi marini ( trichechi e balene) ed ospita foche ed orsi
polari. La pericolosità delle trivellazioni per questa zona risulta addirittura
superiore a quella di altri luoghi del pianeta con conseguenze gravissime in
caso di incidenti. Eventi che puntualmente purtroppo si verificano come
dimostra il disastro ambientale accaduto in questi giorni causato in Usa dalla
perdita di un oleodotto.
Ambientalisti e
scienziati hanno rilevato la carenza e superficialità del progetto della Shell
e l’impreparazione della compagnia anglo olandese nella conduzioni di
operazione estremamente complesse (.è ritenuta inaffidabile per l’alto numero
degli incidenti che si sono verificati durante il suo operato).
L’allarme
riguarda la probabilità che il petrolio filtri attraverso i ghiacci e raggiunga
oceani e mari di tutto il globo.
Inoltre
l’operazione risulta estremamente impattante su un ecosistema così perfetto e
fragile, già soggetto al problema dell’innalzamento della temperatura e dello
scioglimento dei ghiacci.
Infine la
risoluzione del governo Usa, anche se prevede un’unica compagnia, è considerata
come una vittoria per l’industria petrolifera (che deve rapportarsi con
normative più severe per quanto concerne riguarda il trasporto ferroviario del
greggio e l’estrazione mediante fracking) perché potrebbe incoraggiare l’approvazione di successive
analoghe concessioni.
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