Erode è
tornato. Anche quest’anno la primavera artica sarà macchiata del rosso sangue
dei cuccioli di foca. Che non sono ancora in grado di immergersi in acqua e
sfuggire alla carneficina.
Il governo
canadese ha infatti autorizzato l’uccisione di 486.000 giovanissimi esemplari.
Un numero enorme che eguaglia e spesso supera quello dei nuovi nati ( secondo
le stime del governo canadese nel 2011 sarebbero nati 600.000 cuccioli e
l’Ifaw, per lo stesso anno, evidenziava che il numero di foche uccise superava
quelle sopravvissute). Con la conseguenza che ogni anno viene soppressa
l’intera nuova generazione di foche destinando così la specie ad una rapida
estinzione.
Paradossalmente
la legge canadese vieta l’uccisione dei cuccioli di foca, ma la stessa norma
decreta la fine dell’infanzia per la questa specie al dodicesimo giorno di
vita.
Un massacro
anacronistico, operato con ferocia e crudeltà, al quale stanno strenuamente
tentando di opporsi le associazioni animaliste e ambientaliste.
Le femmine
di foca della Groenlandia partoriscono un solo cucciolo tra febbraio ed aprile,
lo allattano per circa due settimane, durante i quali il piccolo cresce
velocemente di peso, e successivamente si allontanano per un nuovo ciclo
riproduttivo. Il cucciolo deve
sopravvivere da solo per alcune settimane utilizzando le riserve di grasso
accumulate durante la fase di allattamento in attesa della prima muta che
avviene a circa un mese ( dal dodicesimo al ventunesimo giorno ) con la perdita
della pelliccia bianca e la comparsa del mantello grigio-argenteo impermeabile
che, isolandolo dal freddo, gli permette di cominciare a nuotare e a
procacciarsi il cibo diventando autonomo. I piccoli, durante la fase in cui
entrano in acqua e imparano ad immergersi,
sono chiamati battitori perché, ancora inesperti nel nuoto, battono le
pinne sull’acqua producendo spruzzi tutto intorno. Ad un anno d’età avviene la
seconda muta mentre la maturità sessuale è raggiunta a quattro anni quando le
marcature più scure lungo le spalle e
la schiena ( che compongono il disegno a forma di arpa ) sono ben evidenti.
La caccia
alle foche avviene sia all’interno che all’esterno dell’Unione Europea per ai
fini della commercializzazione di pellicce e pelli, olio, grasso, carne e prodotti derivati tra i quali anche le
pillole di Omega 3.
Il Canada è
il Paese, al di fuori dell’Uniopne Europea UE che ha maggiormente contribuito
al massacro di questi animali.
La pratica
venatoria si effettua in Canada sui ghiacci del Golfo di San Lorenzo. I
cacciatori giungono sul luogo in elicottero o in motoslitta ed individuano le
foche. Inizia la mattanza e i cuccioli sono uccisi con armi da fuoco o con
l’hakapik, un bastone dotato di
martello ed uncino.
Per la
legge del Canada infatti il cucciolo cessa di essere tale con la comparsa delle
prime macchie grigie sul manto candido (whitecoat) al termine del periodo di
allattamento (attorno al dodicesimo giorno di vita) e può quindi essere oggetto
di attività venatoria .
Ma i
cuccioli sono cacciati proprio perché, impossibilitati a sottrarsi con la fuga
alla strage, sono facili prede (la maggior parte non ha compiuto il mese di
età). E la carneficina è attuata con modalità cruente.
Gli
animalisti di Humane Society International (Hsi) hanno divulgato riprese
impressionanti che documentano la terribile morte dei cuccioli di foca
agonizzanti sulle navi dopo essere stati feriti con i proiettili, bastonati e
spesso ( più del 40% ) scuoiati ancora vivi.
Migliaia di
foche della Groenlandia sono uccise ogni anno:
cuccioli o adulti nel periodo in cui si riuniscono per la riproduzione.
Malgrado il loro numero diminuisca continuamente e costantemente a causa della
caccia indiscriminata, oltre che degli effetti dei cambiamenti climatici con
l’assottigliamento dello strato di ghiaccio (la rivista PlosOne ha pubblicato
uno studio di ricercatori Usa e del’Ontario,Canada, in merito) , non sono
considerate a rischio di estinzione.
Ma non
occorre neppure valutare gli impatti cumulativi di questi fattori se la sola
caccia è in grado di compromettere
l’esistenza dell’intera specie.
E l’Unione
Europea, pure se vieta l’importazione dei prodotti derivati dalle foche
destinati al mercato interno, permette
l’ingresso, lo stoccaggio, la trasformazione o fabbricazione di prodotti
derivati dalle foche se finalizzati all’esportazione.
Solo il
blocco totale del commercio di pellicce e dei derivati dalla foca può fermare
la strage. Ed è perciò a tal fine
necessario impedire qualunque transito, deposito e lavorazione di prodotti
derivati di foca nel territorio dell’UE.
Perché la
caccia alle foche è fondata sugli interessi economici di scambi commerciali
internazionali e sull’incapacità della locale primtiva economia di evolversi
nella direzione della valorizzazione della coesistenza con questo animale quale
risorsa turistica e culturale invece che su una pratica efferata. Imponendo
ancora una volta al mondo animale ciò che riterremmo inaudito ed inaccettabile
per la nostra specie.
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