La
diffusione della notizia tramite web ed il provvidenziale intervento dell’on.
Michela Vittoria Brambilla sono stati decisivi per persuadere il sindaco di
Borzonasca, comune nell’entroterra di Chiavari, ad autorizzare la liberazione
dei cavalli selvaggi dell’Aveto.
Nei giorni
precedenti dieci esemplari del branco di circa quaranta animali che vivono
liberi nella valle dell’Aveto, in
seguito ad un’ordinanza del sindaco, erano stati catturati e rinchiusi in un
recinto a Bevena. In una zona distante da case e centro abitato. Poiché proprio
in seguito al loro recente avvicinamento alle abitazioni i residenti lamentavano danneggiamenti alle proprietà (
pascolo negli orti e nelle coltivazioni, transito e attraversamento stradale).
La mandria,
che vive nella valle da una ventina d’anni e risulta perfettamente inserita
nell’ambiente naturale, si è formata in seguito all’abbandono di alcuni animali
per la morte dell’allevatore.
La vicenda
ripropone la consueta problematica della convivenza tra animali selvatici e
popolazione umana. La questione è in realtà un falso problema : il tema va
affrontato con il riconoscimento dei diritti, e quindi pure di spazi adeguati,
anche per le creature non umane.
La
soluzione in questo caso consiste nell’assicurare ai cavalli la possibilità di
vivere allo stato brado organizzando pascoli sufficienti a nutrire la mandria
in tutte le stagioni, evitando così la necessità per gli animali di intrusioni
nelle aree coltivate e dell’avvicinamento ai centri abitati.
La stessa
risoluzione prospettata dall’associazione Wild Horse Watching, che aveva
denunciato la morte di una giumenta e le ferite riportate dai cavalli in seguito
alla cattura ed alle pessime condizioni di detenzione, e dall’ex ministro
Brambilla la quale auspica l’intervento della Regione per la salvaguardia dei
cavalli e della loro libertà mediante la predisposizione di passaggi e
recinzioni che impediscano la sovrapposizione di attività umane ed equine.
Ma è
necessaria anche l’educazione della popolazione locale al valore culturale e
turistico del branco di cavalli i quali possono rappresentare una risorsa a
vantaggio dell’intera comunità e non solo di alcuni (si vocifera che qualcuno, durante le ore notturne, catturi e trasferisca al macello questi
animali poiché pare che la loro carne, priva di sostanze inquinanti ed esente
da farmaci, sia particolarmente apprezzata ) eludendo pratiche brutali.
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