Il giudice Barbara Jaffe della
Corte Suprema dello Stato di New York stabilirà se i due scimpanzé Leo e Hercules, usati per la sperimentazione sullo
sviluppo del bipedismo nel genere umano dalla Stony Brook University di Long
Island, abbiano diritto al riconoscimento dello stato di “persone non umane”.
La causa è stata intentata dalla
Nonhuman Rights Project, fondata dall’avvocato Steven Wise che rappresenta
l’organizzazione internazionale per i diritti dei primati nell’azione legale.
L’elemento di novità consiste nel
fatto che il giudice Jaffe,
contrariamente al diniego di varie corti americane, ha stabilito che il
processo delle due scimmie poteva eseere accolto come istituto di Habeas
Corpus.
E’ questo un
appello al giudice, per il diritto anglosassone, contro una detenzione
ingiustificata, un procedimento
costituito da un atto deliberato dal magistrato competente con il quale si
intima al detentore di un prigioniero di dichiarare giorno di inizio e causa di
tale reclusione (da cui il nome latino “abbi il (tuo) corpo” ossia ti sia
restituita la libertà), motivazione in base alla quale il giudice decide
rapidamente sulla legittimità della carcerazione.
La sentenza risulterà particolaremente
rilevante perché in caso di vittoria aprirà la strada al riconoscimento degli
altri primati e delle altre specie animali quali persone non umane.
Potrebbe quindi
rappresentare una svolta storica e per questo è temuta dalle posizioni più conservatrici
che vedrebbero negata la possibilità di disporre arbitrariamente dell’esistenza
degli altri esseri viventi.
Le resistenze alla considerazione
degli scimpanzé come “persone non umane” sono forti e vedono tuttalpiù la
disponibilità a concedere ai primati l’attribuzione di una personalità, ma
senza il riconoscimento della categoria di persona, con tutte le implicazioni
etiche che ciò comporta : in sostanza nessun effettivo mutamento del loro stato
di diritto, sarebbe accordato un mero rafforzamento dello stato giuridico,
aumentando le limitazioni alle sperimentazioni e il livello delle condizioni di
vita.
Come per l’abolizione della schiavitù umana, per la quale non a caso ci
si è avvalsi dello stesso Habeas Corpus (utilizzato dagli schiavi fuggiti dagli
stati del sud e giunti negli Stati Uniti del nord dove il magistrato stabilì
che uno schiavo non essendo una cosa, ma un essere umano non poteva appartenere
ad un altro individuo ), sancirebbe il principio di inviolabilità delle libertà
delle creature e del loro diritto ad individualità precipue per una società più
equa.. L’estensione del diritto agli animali faciliterebbe infatti la riduzione
delle discriminazioni anche tra gli esseri umani accrescendo la partecipazione
all’eguaglianza.
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