Da
qualche anno la stagione estiva in Trentino coincide con la caccia
grossa all'orso/a possibilmente con cuccioli al seguito.
Usanza
camuffata con ragioni di pubblica incolumità, esercitata in realtà
a favore di pochi individui i cui interessi economici e/o politici
sono celati mascherati dalla bagarre campagna mediatica
massmediatica dei mass media di caccia al mostro che si aggira per le
amene vallate.
Il
caso di M49 ricalca il vecchio copione e rischia di causare un'altra
incolpevole vittima tanto per non perdere l'attitudine alla strage
di innocenti.
Perchè
il plantigrado in questione non pare pericoloso per l'uomo ( lo
stesso Piero Genovesi, zoologo responsabile del Servizio per il
coordinamento delle attività della fauna selvatica dell'Ispra, ha
dichiarato che l'animele non ha mai dato segni particolari di
aggressività ed ha dinostrato di essere elusivo e di cercare di
evitare contatti con gli esseri umani) ed è probabilmente solo un
giovane orso dotato di dinamismo e di una sana voglia di esistere.
Invero
le anomalie in questa vicenda sono veramente eccessive con palesi
incongruenze al limite della capziosità.
Ciò
che risulta evidente è che M49 sia destinato ad essere l'ennesima
vittima sacrificale degli umani interessi. Con un rischio
estremamente elevato di essere abbattuto, se già non lo è stato.
Mantenere,
da parte di coloro che non sono complici di tale disegno, vigile
l'attenzione mediatica sulla vicenda e viva la solidarietà con M49
ed il suo diritto ad una libera esistenza potrà forse evitare la sua
uccisione e soprattutto l'oblio della sua fine.
Non
dimenticare è l'unica speranza per tentare di evitare il perpetuarsi
dell'iniquo sterminio degli orsi e della fauna selvatica.
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