venerdì 17 giugno 2016

13 Paesi denunciati alla Unione Europea per le violazioni relative al trasporto degli animali vivi

Ciwf Italia ha reso  noto che 13 Paesi dell'Unione Europea, tra i quali anche l'Italia, sono stati denunciati alla Commissione europea dall'associazione tedesca Animal Welfare Foundation per infrazione della normativa inerente al trasporto degli animali vivi verso la Turchia. La Commissione europea esaminerà la denuncia per valutare se disporre l'avvio delle procedure di violazione.
Nonostante la tutela degli animali durante il viaggio tragitto in tutti gli Stati membri sia stabilita dal Regolamento UE sul trasporto 1/2005 che, in base ad una sentenza della Corte di Giustizia europea, deve essere rispettato anche nei Paesi terzi qualora gli animali partano dall’UE. E sebbene la Turchia stessa abbia siglato un accordo internazionale relativo al trasporto di animali vivi, senza aver però ancora proceduto alla sua ratifica.
Nel febbraio scorso era stato divulgato un report realizzato con un’inchiesta durata 5 anni da Animal Welfare Foundation, Tierschutzbund Zurich , Eyes on Animal e con il contributo di Compassion in World Farming.
Le ispezioni hanno riscontrato numerosissime infrazioni anche da parte dell’Italia che in un anno, tra il 2014 e il 2015, ha visto quadruplicare le esportazioni di animali in Turchia. La documentazione prodotta mostra un numero estremamente elevato di violazioni poiché i viaggi stessi sono organizzati senza considerare la durata del tragitto che non valuta neppure possibili soste. L’esito dell’indagine non lascia dubbi : le infrazioni sono infatti sistematiche e le condizioni di trasporto terribili.
La situazione è nota nell'Unione Europea, ma nessuno degli attori coinvolti in questo traffico ha interesse e quindi volontà di porre fine a questi trasporti dal momento che  gli interessi economici non contemplano il diritto per gli animali, soprattutto per quelli che viaggiano verso i macelli, ad evitare condizioni assimilabili alla tortura.
Come rileva Annamaria Pisapia, direttrice di Ciwf Italia Onlus “Siamo al fianco dei colleghi di Animal Welfare Foundation in questa battaglia contro una delle crudeltà peggiori inflitte agli animali allevati a scopo alimentare : il trasporto a lunga distanza. Ulteriormente peggiorato quando si tratta di esportazioni in Paesi terzi, dove nemmeno le regole minime di protezione animale valgono più …... Ma, purtroppo la Commissione europea sta mostrando una mancanza di volontà politica di cambiare le cose. Ancora una volta sono gli interessi commerciali degli Stati Membri a prevalere sul benessere degli animali”.

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venerdì 10 giugno 2016

Ttip e le novità insidiose contenute nella bozza di accordo commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti


Il trattato trans-atlantico di liberalizzazione per i commerci e gli investimenti ( Ttip ) implica aspetti problematici e rischi anche per le forti implicazioni antidemocratiche.
Scopo dell’accordo siglato nel luglio 2013 è la creazione di un grande mercato mondiale in grado di competere con le altre economie mondiali tra cui quelle di Cina, Brasile ed India mediante la facilitazione degli scambi commerciali tra Europa e Stati Uniti con la modifica di normative e standard e la diminuzione dei dazi doganali.
Ma con l’introduzione del Ttip regolamentazioni e priorità non saranno più decise dai governi nazionali, ma da enti tecnici sovranazionali in base alle necessità richieste delle grandi imprese.
Il Ttip prevede infatti la creazione di 2 organismi tecnici : Investor State Dispute Setltement ( ISDS ) a protezione degli investimenti, attraverso il quale le ditte statunitensi ed italiane avrebbero la facoltà di imporsi sui governi citandoli in giudizio nel caso di introduzione di norme lesive dei loro interessi e Regulatory Cooperation Council costituito da esperti della commissione UE e del competente ministero USA addetto all’analisi costi/benefici di tutte le direttive e misure commerciali, contratti di lavoro o standard di sicurezza vigenti a livello nazionale con facoltà di revoca od introduzione di quelli ritenuti più opportuni.
Conseguenza inevitabile la perdita della sovranità potere autorità decisionale degli Stati e la privazione del controllo di Paesi e cittadini.
Il trattato comporterebbe quindi inevitabilmente lo spostamento delle decisioni dalla scelta democratica a gruppi ridotti di potere.
Le stesse modalità di segretezza in cui si svolgono i negoziati, negando controllo e diritti contemporaneamente, denunciano la natura antidemocratica del trattato.
Una tale interpretazione è palese anche nella volontà di plasmare le normative europee sulle regolamentazioni statunitensi con il risultato dell’abbassamento/ abolizione degli standard dell’UE a tutela della salute, del lavoro ed a protezione dell’ambiente. Standard europei che sono frequentemente più severi e rigorosi rispetto a quelli americani per il principio vigente negli Usa che privilegia la libertà d’impresa delle aziende a scapito dei diritti della comunità.
A fronte di benefici risibili esigui minimi trascurabili : da 0 a +0,5% di PIL nei primi tre anni per un aumento del 2-5% delle esportazioni e da una diminuzione calo della produzione europea e ricadute occupazionali in di alcuni settori ( auto, acciaio, agricoltura) con conseguente perdita di posti di lavoro.
L’accordo, e la liberalizzazione del mercato che propone, rischia si presenta quindi favorevole solo in sostanza agli interessi delle aziende medie grandi e soprattutto multinazionali. 

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sabato 4 giugno 2016

Atti di crudeltà sugli animali compiuti nell’infanzia e preadolescenza : riconosciuta la correlazione tra questo tipo di violenza e forme di devianza sociale

A chi apprezza tutte le creature e si mostra più attento all’umana vicenda è sempre  apparsa evidente la correlazione tra violenza sugli animali e le manifestazioni patologiche e che le prime siano espressione delle seconde. Ossia che l’indifferenza al dolore dell’altro e l’assenza empatica generino mostri. Poiché l’abuso sugli innocenti e sui più vulnerabili si configura spesso come  manifestazione anticipatrice di altre forme di crudeltà.
Esiste un allenamento alla consuetudine dell’uso della violenza agita nei confronti di chi non è nelle condizioni di sottrarsi alle sevizie. Tale addestramento è spesso legato al contesto familiare e/o sociale e questa forma di violenza risulta rivelatrice di devianza.
La conferma di questa  relazione viene da studi e ricerche realizzati in vari Paesi che hanno individuato il profilo zooantropologico criminale,  sempre più importante ai fini della messa a punto di strategie a contrasto della delinquenza. Al punto che l’Fbi ha realizzato delle apposite sezioni di polizia per l’identificazione della connessione  tra gli atti di crudeltà sugli animali ed i casi di reato e devianza sociale individuando tale tipologia di abusi come “Top crime” da   classificare nell’archivio elettronico nazionale dei criminali.
Anche in Italia ci si sta accorgendo della  significatività di tali comportamenti che vengono ora considerati con maggiore attenzione come  dimostrato dalla redazione del rapporto “ Zooantropologia della devianza” presentato a Roma il maggio scorso. 
Lo studio è stato condotto dal Nucleo investigativo per i reati in danno agli animali ( Nirda) del Corpo forestale dello Stato e da Link-Italia, associazione di promozione sociale, in collaborazione con la Polizia Penitenziaria, ed ha riguardato istituti di pena, comunità per minori, centri di recupero dalle dipendenze patologiche ed organizzazioni di assistenza alle vittime.
La ricerca ha esaminato 942  link ossia casi in cui risulta accertata la corrispondenza tra gli atti di crudeltà sugli animali ed altre altre forme di condotta antisociale, violenta o delinquenziale.
Ed è emerso che l’87% dei 537 carcerati intervistati aveva assistito o agito violenze su animali quando era ancora minorenne.
Gli esiti dell’analisi appaiono in larga parte scontati : il seviziatore- uccisore di animali tipo è  maschio ( nel 96 % dei casi ), con esperienza precoce di violenza sugli animali (mediamente tra i 4-5 anni), situazioni di grave disagio, atteggiamento antisociale, accentuata  propensione  sadica. Che li tramuta da adulti in soggetti propensi all’abuso di sostanze stupefacenti,  compagni violenti, stalker, criminali, assassini.
La crudeltà nei confronti degli animali in giovane età rientra nella sintomatologia del “disturbo della condotta” ed è ritenuta un indicatore predittivo di comportamenti antisociali, devianti o criminali dell’adulto. La sua individuazione riveste quindi un ruolo fondamentale per identificare potenziali comportamenti socialmente pericolosi. Per questo lo studio ha lo scopo  di fornire nuovi strumenti di prevenzione e controllo relativi alla violenza sugli animali.
Il riconoscimento scientifico può essere infatti un aiuto ad avere un’attenzione vigile su alcuni comportamenti che si delineano nell’infanzia e preadolescenza che non sono ne innocenti ne innocui  per esseri umani ed animali e che troppo spesso vengono sottovalutati nei loro effetti presenti e futuri.  Dal momento che i crimini contro gli animali sono avvertiti come reati di minor entità senza la percezione  dell’effettiva portata  e delle conseguenze sociali.

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