I pidocchi
sono, parimenti alle pulci ed alle zecche,
parassiti esterni che possono generare infestazione degli
animali. La pediculosi, infestazione da pidocchi, è
generalmente rara nel cane e nel gatto, si manifesta in animali che vivono
in cattive condizioni igieniche, in stato di denutrizione e debilitazione o di
sovraffollamento, ma può essere anche causata da patologie (l’eczema
umido nel cane attrae pulci e pidocchi).
Come tutti i
parassiti può trasmettere o predisporre a malattie cutanee
in quanto l’eccessiva azione di grattarsi provoca lesioni della
pelle che attraggono e divengono sedi di batteri e microrganismi patogeni.
Hanno maggiore
probabilità di essere soggetti ai pidocchi cani e gatti con libero accesso a spazi esterni e
contatto con altri soggetti infestati dal parassita.
Anche se alcune
razze possono essere maggiormente predisposte all’aggressione
dei pidocchi per caratteristiche specifiche ( pelo lungo e folto, orecchie
lunghe) che rappresentano condizioni favorevoli al parassita.
La trasmissione avviene da individuo a
individuo della stessa specie prevalentemente mediante contatto diretto
poiché
il parassita sopravive solo per un breve periodo ( 2-3 giorni ) nell’ambiente.
Il contatto indiretto è
più
raro ed si verifica attraverso arredi e materiali ( giochi, coperte,
cucce, spazzole e pettini, tappeti,
ecc.).
L’infestazione
è
più
frequente durante la stagione fredda poiché la pelliccia invernale è
un ambiente ideale alla proliferazione del parassita, mentre la riproduzione
diminuisce nella stagione estiva.
I pidocchi, molto diffusi
anche tra il genere umano, soprattutto bambini, proprio perché peculiari
della specie, ossia specie-specifici, non sono trasmissibili ad
soggetti di diversa differente categoria.
I pidocchi di
cani e gatti appartengono agli Anopluri, pidocchi pungitori che si nutrono
del sangue delle vittime ( ematofagi ), o agli Ischnocera, pidocchi
masticatori che si alimentano dei residui della cute e di peli dell’animale
ospite.
Il gatto è
soggetto ad un solo tipo di pidocchi
i Felicola substratus ( parassita pungitore), quelli più comuni
del cane sono i Trichodectes canis ( parassita pungitore potenziale ospite intermedio della
tenia Dipylidium caninum) e il
Linognathus setosus (parassita succhiatore), i pidocchi che infestano
l’uomo sono i Pediculus humanus.
L’intero
ciclo biologico del parassita, che è privo di ali, si svolge
sull’animale ospite.
La femmina depone
le uova che si ancorano al pelo, alla schiusa delle lendini emerge la ninfa che
diviene adulta attraverso tre fasi di muta.
Il periodo di
riproduzione è di circa 2-3 settimane mentre la vita del
parassita e di un mese Tale l’intervallo
temporale può essere necessario, in caso di infestazione, per l’eliminazione
di tutti i parassiti, pidocchi adulti e
uova, dal mantello dell’animale:
Mentre il
rischio di infestazione dell’ambiente domestico è
relativamente basso perché i pidocchi sopravvivono per
un breve periodo senza ospite..
Parassiti e
lendini tendono a localizzarsi attorno a testa, collo, spalle,
inguine, zona lombare e rettale. In
queste aree si evidenziano maggiormente i segni indicatori dei problemi provocati dai pidocchi .
La sintomatologia
può
variare a seconda dell’entità dell’infestazione
: da una condizione asintomatica con la presenza di pochi parassiti e di
uova attaccate al pelo a manifestazioni
di intenso prurito per le punture del parassita (e conseguente frequente
azione di grattarsi), irrequietezza, agitazione, desquamazione
cutanea ( simile a forfora nell’aspetto), opacità
del mantello, escoriazioni e piccole croste sulla pelle, dermatite,
alopecia e gravi forme
anemiche in cuccioli fortemente con forte infestazione.
La diagnosi è
semplice poiché viene eseguita con l’analisi visiva diretta
dell’animale e con l’osservazione
al microscopio del pelo. I parassiti, adulti e uova (lendini), sono facilmente riscontrabili sulla
pelliccia soprattutto negli esemplari con mantello scuro : gli adulti, che
hanno una dimensione di 1-2 mm ed un colore biancastro, si spostano mentre le
uova sono ben tenacemente assicurate ai peli.
La prevenzione
risulta sempre di fondamentale importanza e viene eseguita
mantenendo buone condizioni igieniche all’interno dell’abitazione
e nelle aree esterne di pertinenza, con la pulizia sistematica delle cucce e
lettini degli animali per i quali è preferibile scegliere finiture
e materiali agevolmente e
usualmente lavabili in casa.
Altrettanto
essenziale è la cura del mantello degli animali che può
essere attuata mediante frequenti spazzolature con un pettine anti-pulci.
Inoltre l’
esame visivo e tattile di pelo e cute, in particolare delle zone più
sensibili all’azione dei parassiti, permette di individuare pidocchi e lendini con un intervento
puntuale.
Per i trattamenti
antiparassitari è sempre preferibile consultare preventivamente il
medico veterinario.
In
considerazione del fatto che l’eliminazione dell’infestazione
da pidocchio è relativamente semplice risulta consigliabile evitare i comuni antiparassitari esterni (
shampoo, spray e polveri , ecc) per il grado di tossicità
di tutti questi prodotti, anche quando ne vengono declamate le origini
naturali ( le piretrine sono insetticidi naturali, ma sono veleni di
contatto con elevato grado di tossicità).
Come
per le pulci e le zecche è possibile utilizzare alcuni metodi naturali
come l’aspersione del pelo dell’animale, mediante un panno inumidito
nell’infusione, con la tisana
fredda di camomilla.
Altre sostanze possono essere
utilizzate per il cane, ma non per il gatto per il quale sono molto
tossiche.
Per
il cane si può procedere ad un bagno in acqua tiepida nella quale è
stato aggiunto un po’ di bicarbonato.
Oppure, sempre per il cane, si può
ricorrere alla detersione della pelliccia con una soluzione di acqua ed aceto
di mele o l’aceto di vino bianco con la quale inumidire pelo e cute,
mediante un panno irrorato della diluizione. Il medesimo trattamento può
essere realizzato con tisane tiepide di eucalipto, rosmarino o timo.
Gli
oli essenziali, biologici e diluiti con acqua, vanno utilizzati con
notevole cautela soprattutto l’olio di neem : sono repellenti, ma hanno un alto grado di tossicità.
L’uso
di questi oli va sempre evitato per il gatto, l’olio
di neem in particolare, perché estremamente tossici per
i felini, come risultano anche aglio, aceto, succo di limone
o di arancia, eucalipto, rosmarino o timo, cedro, mentuccia ( il suo olio è tossico
anche per il cane e l’uomo).
Sembra che anche
i fiori di Bach, pur non costituendo una cura contro la pediculosi,
svolgano un’azione depurante e difensiva che può
implementare l’adozione di altre terapie naturali nell’eliminazione
dei parassiti.
A questi metodi
si possono associare trattamenti meccanici come l’impiego del
pettinino per i pidocchi, uno strumento estremamente utile e
facilmente reperibile in commercio. Questo pettine ha fitti denti in acciaio
che aiutano nella rimozione delle lendini localizzate alla base del
pelo, ma deve essere utilizzato con delicatezza e cautela per evitare di
provocare lesioni alla cute dell’animale o di strappare
ciocche di il pelo.
Esimersi invece
dall’utilizzo
su cani e gatti il pettinino elettrico per non spaventare l’animale
o provocargli danni.
Successivamente al trattamento, per
impedire un’ulteriore infestazione, occorre procedere al lavaggio e
disinfezione degli oggetti ed arredi che potrebbero essere rifugio e
veicolo per i parassiti (piattini e ciotole per il cibo, lettini e coperte,
giochi, ecc).
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