Condanna
esemplare per il venticinquenne che in Nevada ha torturato ed ucciso 7 cani.
Figlio adottivo di una benestante famiglia locale, ex studente di psicologia e
poi magazziniere, Jason Brown ha avuto
il massimo della pena per aver torturato, ucciso e smembrato sette cani.
Brown, che
reperiva i cani attraverso siti di annunci, è stato arrestato nel luglio 2014
in seguito al ritrovamento da parte della polizia di quattro teste di cane nel
frigobar della camera dove albergava in un motel di Reno.
Il giudice
Washoe Elliott Sattler ha comminato la condanna a 28 anni di reclusione al
giovane motivandola con l’efferatezza
dei crimini commessi e con la realizzazione dei filmati.
I video,
prodotti con la complicità di due amici del ragazzo, sono agghiaccianti e
mostrano Brown mentre tortura e scuoia i cani affermando di voler realizzare
una giacca di pelliccia.
Il giudice
distrettuale Sattler ha sentenziato : “ La crudeltà e il sadismo esibiti, sono
semplicemente scioccanti. La parte che più mi spaventa dei video è che li hai
prodotti, in primo luogo. Questo mi dice che tu volevi tornare a rivederli,
come un trofeo per il tuo
comportamento. Li hai guardati con gli amici e hai riso. … Non ho mai visto
nulla di simile. Esseri innocenti vengono brutalmente, crudelmente e
sadicamente torturati. Quello che si vede nei filmati rivela molto della
personalità di Jason e ci porta ad altri livelli di quello che possono fare le
persone. Non si può immaginare che esistono queste persone, ma ci sono. …Quanto
visto in aula è stato quasi più forte che in un dibattimento per l’accusa di
pedofilia”.
Come già il
dottor Luciano Ponzetto di Caluso (TO), l’ormai tristemente famoso
veterinario/cacciatore, anche Jason Brown ha dichiarato di amare i cani, e di
averne avuto uno al quale era legatissimo. Ha supplicato il magistrato
sostenendo di non aver alcuna memoria degli atti compiuti, si è infatti
giustificato asserendo di aver agito sotto effetto di droga (cocaina, eroina,
metanfetamine) poichè altrimenti non avrebbe mai fatto del male agli animali.
Il giudice,
che non ha ritenuto di concedere attenuanti all’imputato, ha colto l’essenza di
un simile comportamento : una condotta
governata da crudeltà inaudita, spaventosa perché assolutamente gratuita e
sorda al dolore altrui.
Purtroppo
episodi simili accadono con una frequenza maggiore di quanto si creda, attuati anche da soggetti di giovane età (
alcuni addirittura incoraggiati ed addestrati dai familiari a queste violenze).
Ma la cosa peggiore e che deve destare maggiore preoccupazione è l’indifferenza
o l’espressione di commiserazione assunta da molti esseri umani nei confronti
di chi rimane sconvolto dall’orrore di episodi analoghi. Un atteggiamento
simile dimostra infatti l’assenza di empatia, la presenza dello stesso embrione
di gratuita violenza e di latente medesima follia.
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