La
popolazione giapponese ha un rapporto contradditorio con il mondo
animale. Infatti se l'amore verso le creature evolve non di rado in
devozione viceversa si tollera l'eliminazione brutale degli animali
meno fortunati, quelli che conducono una vita randagia, mediante
l'impiego delle camere a gas.
Per
questa antitesi il settore del pet business in Giappone è
un'industria fiorente che include cibo, articoli firmati ( ciotole,
"guardaroba" e passeggini, trasportini, carrelli, ecc. )
wellness, fitness e beauty ( centri di toelettatura, massaggi,
acquagym ) favoriti dall'esistenza di centri benessere per soli
animali oltre a parchi a tema e locali ad essi riservati (hotel,
ristoranti, caffè).
A
cui si aggiungono i settori delle manifestazioni dedicate, della
pubblicità, dei giochi per gli animali e per lo smartphone e
dell'immancabile industria farmaceutica.
Ma
se il numero degli animali accolti nelle abitazioni nipponiche
continua a crescere avviene purtroppo lo stesso anche per quelli che
rimangono senza dimora.
I
giapponesi sono infatti abituati ad acquistare gli animali nei
negozi, che vendono esclusivamente cuccioli. Esercizi dove i piccoli
sono trattati come qualunque "merce" in vendita, modalità
che applicata ad esseri viventi significa condizioni orribili. Cani,
gatti e volatili alloggiano in gabbie di dimensioni esigue ed in
condizioni igieniche inadeguate sottoposti a continuo stress per i
frequenti prelievi e manipolazioni effettuati dai potenziali
acquirenti.
L'aspetto
più deleterio di questo commercio riguarda il prezzo dell'animale :
estremamente elvato al suo arrivo in negozio cala sensibilmente con
l'aumentare della sua permanenza all'interno dell'esercizio. E se l'
"articolo " rimane invenduto per 6 mesi è eliminato
consegnandolo ai centri di protezione per animali dove dopo 7 giorni,
se non è stato nel frattempo adottato, viene ucciso nelle camere a
gas.
Questa
metodologia è di fatto accettata dal governo del Sol Levante e la
commissione che attende alla salute degli animali pur ammettendo, in
un suo documento, che l'uso del gas causa " patimenti e
sofferenze intense agli animali" e che l'iniezione letale è
molto meno dolorosa afferma che " l'utilizzo del gas per
uccidere gli animali, non è raccomandato, ma allo stesso tempo è
tollerato. "
La
consuetudine di recarsi in negozi per acquistare un animale ha
abituato i giapponesi a rivolgere la propria attenzione ai soli
cuccioli e a non valutare l'ipotesi dell'adozione di un animale
adulto.
Così
in Giappone vengono soppressi circa 15.000 cuccioli all'anno con un
totale di 383.000 animali la maggior parte dei quali sono gatti.
Perchè
la normativa nipponica per i randagi e gli animali abbandonati, dopo
un tentativo di adozione, prevede esclusivamente l'uso per la ricerca
scientifica o la soppressione. E per risparmiare ( l'iniezione letale
ha un costo decisamente superiore) si ricorre alla sopressione con
CO2. L' uccisione con il diossido di carbonio è lenta ( l'agonia
dura circa 15 minuti ) e dolorosa perchè provoca dispnea e
iperventilazione.
Gli
animali ammassati anche in 20 - 30 alla volta, prima del
sopraggiungere dell'incoscienza, esprimono il terrore e la sofferenza
gemendo e tentando invano e disperatamente la fuga. Ma questo tipo di
gassazione è particolarmente economica ed efficace in quanto
permette la contemporanea soppressione di molti animali. Mentre non è
preso in considerazione l'uso del gas anestetico, che eliminerebbe la
sofferenza fisica patimento, perchè richiederebbe un costoso
dispositivo. Motivo per cui è utilizzato usato nella sola città di
Shimonoseki, prefettura di Yamaguchi.
Così
nell'indifferenza della società civile ancora oggi in Giappone, ma
non solo (anche in USA è utilizzata la gassazione), si affronta e
risolve il problema del randagismo esclusivamente mediante lo
sterminio con il gas.
L'orribile
pratica è stata rivelata dal documentario cinematografico di
Motoharu Iida " Cani gatti e uomini" e da un video diffuso
dal netwoork Fuji tv.
Ma
il Giappone è anche uno dei Paesi nei quali è ancora diffusa la
sperimentazione animale per testare pesticidi, diserbanti ed
insetticidi. Prove attuate su cani di razza beagle costretti per un
intero anno all'alimentazione con cibo addizionato con questi veleni
nonostante sia stata disconosciuta l'efficacia di tali verifiche.
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