Sono
sempre più frequenti i sequestri di cuccioli eseguiti Forze
dell'ordine.
Il
traffico di animali provenienti dai Paesi dell'Est europeo genera
guadagni milionari per questo è un business in costante aumento che
ha raggiunto dimensioni inquietanti. Attuato con la complicità
connivenza di medici veterinari, esercenti ed allevatori. Oltre che
degli acquirenti finali, sempre meno ignari della provenienza degli
animali, ma ugualmente disposti ad assecondare un simile commercio
pur di risparmiare acquistando un cucciolo di razza al minor prezzo
possibile.
Anche
se tale risparmio verrà probabilmente azzerato dalle successive
spese medico veterinarie per curare un cane affetto da patologie
talvolta gravi.
L'affare
del commercio internazionale di cuccioli è così redditizio perchè
questi cani "costano " poco. Ciò si traduce nell'assenza
di selezione ( le analisi per appurare la presenza di malattie
genetiche sono costose ) negli esemplari scelti per la riproduzione
che possono trasmettere eventuali patologie alla prole, di
vaccinazioni e controlli sanitari.
I
cuccioli nascono in condizioni igieniche carenti da genitrici già
debilitate per i forzati ritmi procreativi, sono separati dalle madri
prematuramente ( a neppure un mese di vita e sempre più spesso
senza essere svezzati ) ed affrontano estenuanti viaggi senza
ristoro e senza sosta ( importati illegalmente all'interno di
contenitori inidonei, privi di luce ed aria, in pessime condizioni
igienico-sanitarie) per essere messi in commercio in Italia mediante
diversi canali ed a differenti prezzi ( anche a prezzo di mercato
spacciati come cani provenienti da allevamenti italiani).
Senza
adeguata copertura vaccinale ( la prima vaccinazione per avere
efficacia deve essere eseguita dopo i 50 giorni ) e con il sistema
immunitario vulnerabile perchè non ancora completamente sviluppato.
Con
il risultato di un'elevata mortalità tra i piccoli che si ammalano e
muoiono nei primi sei mesi di vita. Infatti solo una esigua
percentuale di questi cuccioli ha documenti regolari o validi (
frequentemente anche documenti di viaggio e pedigree vengono
falsificati), mentre la maggioranza risulta affetto da malattie o da
parassitosi che possono risultare fatali per un esemplare in
giovanissima età. Oltre alle disabilità e patologie anche genetiche
dovute alla pratica della riproduzione tra consanguinei.
I
piccoli, generalmente non superano i 40 giorni ed hanno quindi un'età
inferiore a quella dichiarata nell'atto di vendita ( 3 mesi e 21
giorni per piccoli provenienti da Paesi sottoposti a vincoli sanitari
come l'Ungheria), subiscono maltrattamenti e vessazioni con
trattamenti sanitari inutili e spesso dannosi ( riempiti di
antibiotici e talvolta drogati con un principio attivo derivato dalla
vitamina D capace di innescare una crescita in un breve arco
temporale ) per occultare possibili patologie e la vera età. Con
microchip inoculati da veterinari compiacenti che falsificano la
relativa documentazione sanitaria alterando date di nascita,
condizioni sanitarie e provenienza.
I
cuccioli spesso sono portati a morte prematura proprio dalle malattie
celate con i trattamenti veterinari antibiotici.
Le
organizzazioni criminali che operano questo traffico godono della
sempre maggiore connivenza anche di proprietari di esercizi
commerciali e di allevatori.
Mentre
i reati per questi crimini ( maltrattamento, traffico illecito di
animali di età inferiore alle dodici settimane, associazione a
delinquere, esercizio abusivo della professione medica, frode in
commercio, ricettazione, ecc.) non sono ancora adeguatamente puniti.
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