La
conferenza svoltasi nei giorni scorsi a Piacenza ha evidenziato che
il cammino da percorrere per l’effettivo riconoscimento dei diritti animale
rimane lungo e accidentato.
Dallo stato di cose emerso si evince la necessità di un
cambiamento che contempli contemporaneamente una riflessione etica indirizzata
ad un’approccio antispecista ed una riforma legislativa che preveda il
riconoscimento degli animali come soggetti di diritto.
I relatori, Professor Valerio Pocar, già docente
di Diritto e bioetica all’università Milano Bicocca e Garante per la tutela
degli animali del Comune di Milano, e l’Avvocato Gianmarco Lupi, Foro di Piacenza, consulente legale di Enpa e di
Fare Ambiente, hanno affrontato l’argomento dal punto di vista sociologico e
normativo.
Prologo del
Prof. Pocar è stata l’osservazione che il tema dei diritti degli animali
sia strettamente correlato con quello
dei doveri essenziali dovuti dal genere umano
anche ai soggetti di diritti privi di consapevolezza quali bambini,
animali, individui in stato vegetativo.
Infatti
tutti gli esseri viventi, individui umani compresi, sono il prodotto di un
processo evolutivo che ha determinato caratteristiche precipue per ciascuna
specie,. peculiarità che però non corrispondono a posizioni di superiorità
od inferiorità, vera o presunta.
Gli
animali, al pari degli esseri umani,
provano sentimenti ed emozioni, sono quindi esseri senzienti, pensano e comunicano
con un linguaggio sviluppato per ogni specie.
Studi e
ricerche hanno evidenziato notevoli similitudini ed affinità dei
meccanismi cerebrali e procedimenti neuronali tra animali umani e non umani. Ed è orami riconosciuto anche agli animali la capacità di
provare emozioni, comunicare ed agire e conseguentemente di pensare poichè il
cervello che agisce è un cervello che, comprendendo, pensa.
Occorre quindi abbandonare il modello
antropocentrico per guardare alle caratteristiche di creature da noi
differenti,. ma con le quali condividiamo molteplici analogie.
Ne risulta la
necessità di migliorare la condizione animale a partire dal superamento dello
specismo e modificando il punto di vista dell’uomo.
L’abbandono
dell’idea preconcetta secondo la quale gli animali sono esseri incapaci
di razionalità solo perché da noi differenti può aiutare a convenire che diversità
non è sinonimo di inferiorità.
Ciò permetterebbe l’eliminazione delle varie forme di
violenza attuate verso gli animali e la rimozione dell’impostazione
imperialistica che è il fondamento di
discriminazione e prevaricazione anche tra gli individui umani.
Un paradigma obsoleto cha ha giustificato sfruttamento,
sopraffazione, razzismo e schiavitù delle quali sono state vittime in passato
praticamente tutte i generi e le categorie che non rientravano nella
definizione di maschio bianco adulto della specie umana ( infatti
in un passato non lontano anche donne e bambini non hanno goduto di grande
considerazione).
Quindi l’estensione del rispetto e del diritto agli
animali come facilitatore della riduzione delle discriminazioni anche tra gli
esseri umani, strumento di estensione dell’inclusione e della partecipazione
all’eguaglianza.
Perché i diritti, in quanto universali, esigono
paritetica considerazione e richiedono un riconoscimento urgente.
L’aspetto giuridico della materia è stato affrontato
dall’Avv. Lupi il quale ha rilevato una sostanziale carenza normativa relativa
all’effettiva tutela degli animali.
Le disposizioni legislative attuali salvaguardano
infatti principalmente l’essere umano poiché permane l’equiparazione
dell’animale non umano a una cosa anche se gli sono riconosciuti diritti
soggettivi. Ne consegue che la tutela degli animali d’affezione sia in effetti
solo una declinazione della salvaguardia della salute pubblica.
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