Gli oranghi sono
noti per l’abilità e gli stratagemmi utilizzati nei tentativi di fuga .
E dal momento
che frequentemente riescono nella loro impresa l’evasione spesso si conclude
con l’uccisione dell’animale.
Come nel caso
del primate dello zoo di Duisburg, in Germania occidentale, ucciso a fucilate
da un custode autorizzato ad utilizzare armi da fuoco mentre, uscito dal suo
recinto correva spaventato avanti e indietro e tentava di oltrepassare la
recinzione esterna. Troppo il tempo che sarebbe occorso per l’effetto del
sedativo e troppo elevato il rischio per le vite umane (l’orango avrebbe potuto
fuggire per le strade della città ) la giustificazione fornita dagli addetti
che hanno sparato. Si è invece salvato un secondo orango sedato e riportato in
gabbia.
L’episodio è
solo l’ultimo di una lunga serie di evasioni.
Rocky, un orango
maschio di 9 anni, e la madre adottiva sono scappati dall’area loro destinata
nell’ International Orangutan Center di Indianapolis, pure se non sono riusciti
a raggiungere le zone visitate dal pubblico.
Nel 2007 la fuga
di Blackie, una femmina di 19 anni, prigioniera in una gabbia nello zoo di
Kaohslung, a Taiwan, è stata ripresa e
documentata (come la sua rabbia) in un
video diffuso sul web.
Ma
Gli oranghi sono esseri molto intelligenti e difficili da trattenere in
cattività infatti studiano ed organizzano in tutti i particolari i piani di
evasione senza lasciar trapelare le loro intenzioni. Il loro impegno è sempre
premiato e la fuga avviene con modalità sicure ed inattese.
Poiché
Evidentemente questi primati soffrono molto la detenzione e cercano di
recuperare la libertà con ogni sotterfugio. Come già indicato dal portavoce
della società tedesca per la protezione degli animali, Marius Tuente,
l’episodio evidenzia la carenza etica della pratica della reclusione degli
esseri viventi e meriterebbe una riflessione circa l’opportunità di tenere
imprigionate creature, specialmente se molto intelligenti, come i primati.
Gli oranghi
avrebbero infatti capacità di apprendimento e di trasmissione delle
conoscenze totalmente analoghe a quelle
della specie umana come ha scoperto uno studio, pubblicato su Current Biology,
realizzato da un gruppo di antropologi
guidato da Carel Van Schaik e Michael Krutzen. Tale ricerca dimostrerebbe che
la cultura ha le stesse radici evolutive negli esseri umani e nelle scimmie
antropomorfe e che proprio in funzione di questa completa similitudine i
primati meriterebbero il riconoscimento di persone non umane come già accordato
in Argentina all’orango Sandra da una Corte di giudici i quali, accogliendo
l’atto di “ habeas corpus”, hanno dichiarato la sua ingiusta detenzione e ne
hanno ingiungento la liberazione.
Perché tutte le
scimmie antropomorfe, e la totalità degli animali, dovrebbero godere del pieno diritto di non subire sofferenza, abusi
ed un ergastolo assolutamente
immeritato.
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