giovedì 28 luglio 2016

Circo con gli animali : spettacolo obsoleto basato sull’abuso

La vicenda è iniziata nel dicembre 2012 in seguito alle denunce presentate da LAC, LAV e Animal Amnesty per le pessime condizioni di detenzione degli animali del circo Medrano in tournèe a Padova e si è conclusa il 12 luglio scorso con la condanna di Albertino Casartelli, legale rappresentante della struttura circense, a 8 mesi di carcere, con sospensione condizionale della pena, per maltrattamento di animali.
L’ispezione senza preavviso conseguente agli esposti aveva riscontrato comportamenti incompatibili con le peculiarità etologiche degli animali e modalità di mantenimento, in particolare delle specie esotiche, inadeguate in violazione della norma del Ministero dell’Ambiente relativa al mantenimento di animali nei circhi e nelle mostre viaggianti.
La sentenza ha stabilito il sequestro di un elefante ed un canguro ( pare deceduto nel frattempo) che avevano manifestato grave sintomatologia di disagio ed ha condannato l’imputato al pagamento delle spese legali oltre al risarcimento di 4.000 euro per ciascuna delle associazioni costituitesi parte civile.
L’abuso degli animali nei circhi è purtroppo perpetrato in molti Paesi come da tempo denuncia l’associazione Peta che, oltre ad aver rivelato i metodi usati dai circhi americani, con una investigazione nella città di Suzhou, centro famoso per i circhi e le strutture di formazione, mostra gli aberranti sistemi di detenzione ed addestramento in Cina.
Perchè il circo che utilizza animali si basa sul loro sfruttamento, è espressione emblematica della riduzione in schiavitù di esseri viventi, stato condizione sempre ingiusta ed ingiustificabile, subita con medesima sofferenza da ogni creatura.
Le conseguenze delle situazioni di detenzione, inadatte nei casi migliori, drammatiche in quelli peggiori (privazioni di spazi, assoluta povertà ambientale e totale assenza di stimoli, condizioni climatiche inadeguate se non insostenibili con specie esotiche costrette a sopportare gelate invernali od esposte alle intemperie)
e dei violenti addestramenti provocano agli animali stress psicofisico evidenziato da movimenti ossessivi (camminamenti ripetitivi ed ininterrotti incessanti nelle gabbie, dondolamenti , ecc.).
In Italia la normativa di riferimento per la pratica circense è una legislazione antiquata, la legge n. 337 del 1968 “Disposizioni sui circhi equestri e sullo spettacolo viaggiante”, che non è mai stata oggetto di aggiornamento.
Inoltre, poiché non esiste un Registro nazionale pubblico, non ci sono dati ufficiali relativi al numero degli animali detenuti nelle circa 100 strutture circensi , anche se si ritiene siano circa 2.000 ( stima LAV) con una notevole presenza di esemplari di specie esotiche ed in via di estinzione come tigri, leoni, elefanti, ma anche ippopotami, rinoceronti, rettili, ecc. Inoltre gli animali possono essere ceduti da un circo all’altro o essere affittati ad altre strutture circensi.
Per di più il loro sfruttamento nei circhi è sostenuto dall’aiuto dello Stato mediante lo stanziamento di finanziamenti pubblici erogati dal Ministero dei beni culturali con il fondo unico per lo spettacolo.
E malgrado l’attrattiva per gli spettacoli circensi sia in continuo calo tutti i circhi ricevono cospicue sovvenzioni seppure la normativa preveda che possano usufruirne solo in assenza di condanna definitiva per maltrattamento o per violazione di protezione degli animali. Ma sono parecchie le strutture circensi ( circo Medrano, Darix Togni, American Circus, circo Caroli, circo Martin, circo Città di Roma, circo Folloni ) indagate o condannate per tale reato. Circhi che, per mancanza di centri di ricovero per gli animali seviziati, durante le procedure processuali, risultano pure affidatari proprio di quegli animali per il cui maltrattamento sono stati indagati. E per la custodia dei quali ricevono altro denaro pubblico dal Ministero dell’ambiente ( mentre l’animale continua ad eseguire le esibizioni ed a subire le violenze).
Nei circhi gli animali, frequentemente di specie esotiche, sono costretti a sopravvivere in condizioni innaturali : perennemente in viaggio senza potersi muovere perchè rinchiusi in gabbie anguste, esposti a tutte le situazioni climatiche, obbligati ad esibizioni antitetiche alla loro natura, perennemente legati a catene e spesso impediti nei movimenti o addirittura immobilizzati. Per non parlare degli addestramenti a cui vengono sottoposti. Pratiche che sono quotidiani tormenti esercitati su cuccioli ed adulti, eseguiti con attrezzi e strumenti come uncini, fruste, corde, pungoli elettrici e che possono provocare danni fisici notevoli. Quelli psicologici sono evidenti come palese è il terrore provato da un animale che non riesce a controllare la minzione urinaria per il panico o che per sfuggire ai suoi aguzzini muore annegato in canali o corsi d’acqua, investito da automezzi o abbattuto dalle forze dell’ordine.
I cuccioli, soprattutto di animali esotici, sono prematuramente separati dalle madri per abituarli alla presenza ed alle manipolazioni umane. Sono utilizzati in spettacoli ed anche a contatto con il pubblico. Pratica che li espone alla contrazione di patologie poiché il sistema immunitario dei piccoli non è ancora ben sviluppato e viene ulteriormente indebolito dalle sollecitazioni e stress a cui sono sottoposti.
Infine la pratica circense non è esente da pericoli neppure per il genere umano che la esercita considerati il numero di incidenti che si verificano anche solo durante gli “spettacoli”, episodi che talvolta si rivelano mortali per l’essere umano spesso per l’animale che ha osato ribellarsi ad anni di segregazione e sevizie.
La soluzione non può essere che l’abbandono di questa usanza anacronistica con il divieto di detenzione ( a qualunque titolo ) e la proibizione dell’utilizzo degli animali nei circhi. E la trasformazione delle attività circensi in spettacoli basati esclusivamente sulla componente umana e sulla sua abilità, perizia e creatività. Mediante l’incentivazione dei circhi senza la presenza di animali e con l’abolizione dei finanziamenti alle strutture che ancora li detengono si libererebbero risorse per realizzare strutture di accoglienza per le creature provenienti dal mondo dello spettacolo.
Pare però evidente l’assenza di volontà politica di procedere all’abolizione del finanziamento pubblico ai circhi con animali : l’ordine del giorno approvato nel 2013 e mirato a prevedere una progressiva riduzione di tali contributi non si è mai tramutato in legge.

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