Un
ferragosto rosso sangue. Quello di KJ2 l'orsa dal destino annunciato.
Anche
lei è stata uccisa, soggetta ad ordinanza di cattura e rimozione e
quindi ad esecuzione programmata.
Con
un'attribuzione affrettata ed approssimativa della connotazione di
pericolosità assegnata in assenza del riscontro di analisi genetiche
effettuate presso un laboratorio ISPRA ( prove sul Dna del materiale
reperito sono state realizzate presso la Fondazione Mach di San
Michele all'Adige).
Non
è stata comunicata neppure l'eventuale presenza di cuccioli al
seguito di KJ2.
Ne
consegue che il fallimento del programma di reintroduzionhe dell'orso
in Trentino, se non in Italia, è evidente e definitivo.
L'abbattimento
del plantigrado sancisce l'incapacità di gestione della fuana
selvatica, problematiche correlate incluse, e l'impossibilità della
sopravvivenza di animali liberi in un territorio fortemente
antropizzato e di manifesta volontà ricusatoria delle forme di vita
selvaggia.
Non
viene infatti tollerato che un orso si comporti come tale mettendo in
atto comportamenti tipici della specie. Tantomeno è ammessa la
presenza stabile di plantigradi in zone destinate, più o meno
legittimamente, ad altre attività umane ( esempio ne è la
realizzazione di una seggiovia a Gamberale all'interno del Parco
Nazionale della Majella).
Risulta
invero palesemente pretestuosa la giustificazione dell'aggressività
dell'animale ( da verificare le circostanze dell'attacco al runner,
soggetto di aggressione nel secondo caso per ammissione dello stesso
settantenne Angelo Metlicovez ). Probabilmente le reali motivazioni
vanno ricercate negli interessi economici di un territorio
ove il turismo e le relative strutture rappresentano risorse
economiche importanti.
Ma
l'esito dell'adesione italiana al progetto europeo di ripopolamento
ottenuto con l'esperienza in Trentino è la caccia insensata e
spietata a cui sono stati sottoposti i plantigradi (Daniza e KJ2 in
testa), braccati ed uccisi.
In
considerazione di tale risultato, e del fatto che chiaramente il
Trentino non merita gli orsi, l'unica soluzione appare il
trasferimento dei plantigradi ancora presenti sul territorio in altre
zone o in Paesi disposti ad accoglierli prima che siano sterminati a
fucilate su ordinanza di qualche zelante dirigente.
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