Gli
animali non sono uomini, li contraddistinguono dal genere umano
alcune fondamentali caratteristiche.
Tra cui le quali il fatto che le
loro azioni non sono contrassegnate dall'incongruenza, infatti
l'energia non viene vanamente dissipata
( la natura non tollera spreco) e risulta sempre finalizzata ad uno
scopo motivato, frequentemente quello
della sopravvivenza.
Per
questo la notizia dell'uomo
assalito in
Trentino, comune di Vallelaghi, verso le 19 di sabato scorso mentre
passeggiava nel bosco con il suo cane aveva
suscitato
alcune
perplessità, come
sostenuto dall'associazione AIDAA. Il
comportamento del plantigrado era
parso alquanto inconsueto
: l'orso,
imbattutosi in un
essere umano accompagnato da un cane si sarebbe
divertito ad assalirlo, limitandosi a
ferirlo, dileguandosi
dopo aver lasciato entrambi
impauriti e feriti
( un animale selvatico avrebbe con buone
probabilità la meglio su quello
domestico ).
La
realtà si è rivelata ben diversa
perchè
l'aggressione è stata dell'essere
umano nei
confronti dell'orso,
che si è solo difeso,
come dichiarato lunedì 31 luglio da
Claudio Groff, responsabile settore grandi carnivori, servizio
forestale e fauna della Provincia autonoma di Trento, a Radio 3
Scienza riportando
l'esposizione
dei fatti dello
stesso Angelo Metlicovez, il
settantenne che ha giustificato il suo
comportamento con lo spavento per la repentina
comparsa dell'animale.
Pure se la
dinamica della
vicenda non
ha ancora chiarito il ruolo svolto dal cane o
la presenza di
cuccioli.
Resta
il procurato allarme
presso la popolazione
causato dalla diffusione di una notizia
rivelatasi falsata e la
condotta sconsiderata
di un uomo che non riesce ad evitare
zone sconsigliate proprio per la presenza dei plantigradi e se vi si
imbatte
parte al loro attacco, armato di
bastone,
senza ipotizzare l'eventualità di
una legittima reazione
di difesa
da parte dell'animale.
E
purtropppo perdura la caccia all'orso scatenatasi dal momento che il
presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi ha firmato
l'ordinanza di cattura e rimozione dell'animale responsabile
dell'aggressione con facoltà di abbattere l'animale se necessario.
Con
la conseguenza che in un'area di alta presenza di plantigradi, tra
cui 12 femmine con cuccioli, sono sono state posizionate trappole per
orso ( a tubo ed a laccio) mentre l'attività di ricerca ai fini di
cattura è svolta da una trentina di addetti suddivisi in squadre,
attive soprattutto durante le ore notturne, ciascuna costituita da un
conduttore di cani, un forestale con fucile, un altro addetto al
fucile con anestetico, un veterinario.
Misure
che hanno già portato alla cattura e successivo rilascio di due
orse, di cui una con piccoli.
Ma
nel caso di identificazione del responsabile della presunta
aggressione è prevista la cattura, che nel nostro Paese pare
coincida con la morte per errata somministrazione di anestetico ( non
si infierisce sui cuccioli perchè moriranno in breve di stenti ), e
la captivazione a vita.
La
principale sospettata e ricercata ( ma solo l'esame dei campioni
biologici dell'orso rinvenuti sul luogo dell'assalto potrà
identificarla) è KJ2 autrice 2 anni orsono dell'attacco ad un
runner.
Dal
momento che quest'orsa è già stata oggetto di provvedimento , è
di primaria importanza verificare, come richiesto dal Wwf, la
corrispondenza delle tracce genetiche reperite sul posto ed assegnate
a KJ2 dalle prove effettuate presso la Fondazione Mach di San Michele
all'Adige con ulteriori analisi realizzate, come da prassi, presso
un laboratorio ISPRA.
Un'attribuzione
superficiale e frettolosa potrebbe infatti rivelarsi pretestuosa al
fine di fare dell'orsa KJ2 il capro espiatorio dell'intera vicenda.
Mentre
come dimostra anche questo episodio la responsabilità degli
incidenti non è attribuibile agli animali selvatici, con i quali la
convivenza è possibile, ma a comportamenti umani inadeguati sempre
più frequenti anche nelle aree protette e con presenza di fauna
selvatica.
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