La
tauromachia
rientra nella tradizione spagnola. Nel Paese ha molte varianti e per
ciascuna si tengono numerose
manifestazioni.
Ma la sostanza è la
stessa perchè tutte
prevedono
la tortura e la morte dell'animale.
Dovrebbe stupire e disgustare che simili
azioni possano essere tollerate ed addirittura essere considerate
"spettacolo". Ma la popolarità
di queste forme
di intrattenimanto testimonia il
contrario. Pure se una parte sempre più consistente dell'opinione
pubblica spagnola
le vorrebbe abolire.
L'ultima
vittima il
22 luglio scorso a Foios,
a nord di Valencia, dove un
toro è morto sul colpo dopo essersi lanciato contro il palo al
centro della piazza durante il rituale
del "toro embolado".
La
pratica del
"toro infuocato" consiste nell'immobilizzare
ad un palo il bovino le
cui corna vengono
trasformate
in torce
avvolgendole in cotone e stoppa ricoperte di catrame o pece che viene
poi incendiata
o fissandogli direttamente alle corna un'asse
di legno su cui sono inserite le fiaccole.
L'animale
terrorizzato, è
liberato in un'area limitata del centro urbano
in cui corre e si dimena mentre le
lapilli lo accecano e il fuoco gli ustiona
la testa e il dorso.
La manifestazione
del "toro
embolado" non implica
infatti
la morte immediata del bovino
( anche se riuscisse
a sopravvivere avrebbe come unica prospettiva
il macello) , ma
il
suo
supplizio rendendolo
folle per la paura ed il dolore.
Perchè
il vero spettacolo è lo strazio di
un animale incolpevole, la tortura dell'innocenza.
Unica
soluzione a tanta aberrazione la sostituzione dell'essere
vivente con un feticcio, mediazione che permetterebbe di salvare la
vita di tanti tori e la prosecuzione della "tradizione".
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