Non è
durata a lungo la parziale e provvisoria vittoria delle tre associazioni
animaliste, tra le quali la sezione svedese del Wwf, che hanno cercato di
impedire la riapertura della caccia al lupo in quattro regioni della Svezia per
l’abbattimento di 40 esemplari.
I tribunali
del Paese europeo hanno concesso la riapertura, pur se temporanea,
dell’attività venatoria per questa specie sebbene le magistrature di Karlstand e
Falun si fossero pronunciate per la sospensione della caccia.
Infatti, in
attesa della decisione della Corte amministrativa suprema, il massimo ente giudiziario, circa la liceità dell’attività
venatoria relativa al lupo, specie soggetta alla tutela della normativa
europea, i tribunali svedesi hanno disposto di autorizzare l’abbattimento di 14
esemplari in due regioni tra il 2 gennaio e il 15 febbraio, durata del periodo
di caccia.
Purtroppo,
non essendo ancora stata definita una data per il pronunciamento risolutivo,
con ogni probabilità il provvedimento verrà emesso quando gli animali saranno
stati già uccisi. Nell’ardua speranza del rispetto del numero stabilito per gli
abbattimenti ( i cacciatori dovrebbero informare le autorità regionali di ogni
animale ucciso ) dal momento che il numero dei cacciatori svedesi è molto
elevato.
In Svezia, dove il lupo era considerato estinto dagli anni 70, la caccia
a questo animale è stata riaperta dopo 45 anni di divieto nel 2010 con
l’uccisione ( ufficiale) di una quota
fissata dal governo di 27 esemplari. E benché la popolazione di questi canidi
in Svezia superi di poco i 400 individui, l’attività venatoria è proseguita nel
2011 e nel 2015.
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