L’accordo Onu firmato ieri a New York da 175 Paesi del mondo per contrastare i
cambiamenti climatici rappresenta un punto di partenza rilevante al fine di
limitare gli effetti dell’attività umana sulla temperatura del pianeta.
Ma giunge a problematica avanzata e con forte ritardo
rispetto alle condizioni ambientali. Inoltre gli obiettivi delle direttive
comuni stabilite fissate dal patto contro il surriscaldamento (contenimento
dell’innalzamento della temperatura globale entro i 2°C , sviluppo delle fonti
energetiche rinnovabili e controllo periodico ogni 5 anni dei risultati
ottenuti) sono accompagnati da strumenti di scarsa efficacia. Non sono
infatti previsti obblighi o sanzioni e non è stata predisposta un’istituzione
sovranazionale che possa far rispettare gli impegni assunti dai singoli governi
nazionali. Ai quali rimane affidata la messa in atto delle misure ed interventi
relativi al clima.
L’accordo ha quindi definito una linea d’azione
condivisa, ma il percorso di attuazione si preannuncia ancora lungo, minacciato
da politiche imprenditoriali e nazionali non sempre lungimiranti.
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