Ancora una volta è stata riaperta la caccia alle
nutrie. Le amministrazioni regionali dell’Emilia Romagna e del Veneto hanno
deliberato nell’aprile scorso piani di abbattimento degli animali che potranno
essere soppressi con varie modalità fino
all’eradicazione totale. Accusata di provocare arrecare danni ambientali e faunistici oltre che alle
produzioni agricole la nutria o
castorino è il capro espiatorio della stagione primaverile 2016.
In realtà il
castorino è un animale dal carattere
mite, prettamente vegetariano con una dieta a base di piante acquatiche, erbe,
frutti, radici, tuberi soprattutto della vegetazione limitrofa alle rive dei canali e dei corsi
d’acqua.
Originaria del Sud America la nutria è giunta in Italia
negli anni venti del Novecento quando furono avviati gli allevamenti di animali
da pelliccia sul nostro territorio. La
sua diffusione è avvenuta in seguito alla liberazione degli animali effettuata
volontariamente dagli imprenditori alla chiusura degli allevamenti, determinata
dall’esaurimento di richiesta della pelliccia di castorino, per evitare i costi
di abbattimento e smaltimento delle carcasse.
Ma contrariamente a ciò che viene frequentemente
divulgato le nutrie non danneggiano le
colture poichè si cibano dei vegetali spontanei e solo in assenza di questi si
rivolgono alle coltivazioni limitandosi unicamente alla piante più vicine ai
canali o corsi d’acqua ( non arrecano dunque danni ai raccolti ). Scavano tane
negli argini solo se questi non presentano vegetazione arbustiva o arborea e se
non hanno alternativa o in caso di sovraffollamento dovuto alla presenza di
allevamenti o a caccia con armi da fuoco ( quindi non provocano danni agli
argini ne alle strade od altre strutture). Non mangiano uova ( quindi non mettono a
rischio l’avifauna ) e non attaccano
l’uomo perchè hanno un’indole timida. Hanno invece parecchi predatori naturali come
volpi, lupi, mustelidi, linci, rapaci diurni e notturni , trampolieri (aironi e
cicogne ), ma anche lucci e siluri.
Inoltre non rappresentano alcun pericolo
igienico-sanitario come dimostrato
dalle analisi eseguite
sulle carcasse presso gli Istituti Zooprofiolattici che hanno evidenziato una trascurabile casistica di positività a forme
di Leptospira ( e la presenza di anticorpi per leptospira non è sinonimo di
leptospirosi ne di possibilità di trasmissione di malattia oltre ad essere
frequente nella fauna selvatica sana).
Infine i
precedenti tentativi di eradicazione delle nutrie sono falliti perché,
come accade anche per altri animali, in questo modo si realizzano le condizioni
per un conseguente incremento della popolazione, in quanto la specie tende a
ristabilire l’equilibrio.
Si comprende quindi che il problema nutrie non esiste,
l’emergenza è stata creata unicamente allo scopo di giustificare gli affari
dell’onnipresente business delle armi e del settore dell’agricoltura mentre i
castorini come altre creature si autoregolano naturalmente, evitando la
proliferazione eccessiva, e si inseriscono in modo idoneo negli ecosistemi
locali.
Cosa che anche la specie umana dovrebbe finalmente
imparare a fare.
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