La puntata
del 6 dicembre 2015 della trasmissione Report dedicata agli alimenti
confezionati per gli animali d’affezione ha reso pubblici le aberranti
metodiche operative di questa fiorente industria e di ciò che vi si cela dietro
(sperimentazione animale ed espansione del un mercato farmaceutico per contrastare le patologie ed i danni,
allergie in primis, provocati da questo
tipo di cibo).
Sconfortante,
anche se già noti, contenuto di scatolette, bustine e soprattutto croccantini (
“alimento “secco che richiederebbe l’ingestione di ingenti quantità d’acqua per
reidratare sufficientemente il composto ed anche per questo particolarmente
sconsigliati per il gatto) mentre rimangono sconosciuti altri importanti
componenti come i conservanti, additivi, ecc. Mentre purtroppo si palesano gli
effetti a breve e lungo termine delle sostanze tossiche, agenti
contaminanti, tossine e micotossine
contenute in tali prodotti alimentari.
Perlomeno
fuorviante la condotta della maggior parte degli appartenenti alla categoria
medico veterinaria per la quale emerge nel migliore dei casi un desolante
quadro di insufficienza di competenze professionali, ma anche di forti
complicità con le aziende
produttrici di alimenti per animali.
Le
problematiche relative alla produzione industriale del cibo destinato all’alimentazione animale
risultano ancor più
accentuate rispetto ai prodotti per l’alimentazione
umana.
Infatti grazie
all’assoluta carenza di regolamentazione mangimi ed integratori,
oltre ad essere realizzati a scapito di altri esseri viventi, sono maggiormente
soggetti ad inquinamenti ed avvelenamenti per la presenza di elementi tossici.
Emerge che nell’industria alimentare multinazionali prevale una totale
assenza etica che lascia spazio esclusivamente per gli enormi profitti che
questo settore è in grado di generare.
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